Volume 6

Edizione Giuntina
    e che il medesimo anno il Vasari e lo Ammannato andorono a far
    condurre i marmi da Carrara a Roma, per far detto lavoro. Era in
    quel tempo ogni giorno il Vasari con Michelagnolo; dove una mat-
    tina il Papa dispensò per amorevolezza ambidue, che facendo le sette
5   chiese a cavallo, ch'era l'anno santo, ricevessino il perdono a doppio;
    dove nel farle ebbono fra l'una e l'altra chiesa molti utili e begli
    ragionamenti dell'arte et industriosi, che 'l Vasari ne distese un dia-
    logo, che a migliore occasione si manderà fuori con altre cose atte-
    nente all'arte.
10   Autenticò papa Giulio Terzo quell'anno il motuproprio di papa
    Paulo Terzo sopra la fabbrica di San Piero; et ancora che
    gli fussi detto molto male dai fautori della setta Sangallesca per conto
    della fabbrica di San Piero, per allora non ne volse udire niente quel
    Papa, avendogli (come era vero) mostro il Vasari ch'egli aveva dato
15   la vita a quella fabrica, et operò con Sua Santità che quella non
    facessi cosa nessuna attenente al disegno senza il giudizio suo, che
    l'osservò sempre: perché né alla Vigna Iulia fece cosa alcuna senza
    il suo consiglio, né in Belvedere, dove si rifece la scala che v'è ora
    in cambio della mezza tonda che veniva innanzi, saliva otto scaglioni
20   et altri otto in giro entrava in dentro, fatta già da Bramante, che era
    posta nella maggior nicchia in mezzo Belvedere. Michelagnolo vi di-
    segnò e fe' fare quella quadra, coi balaustri di preperigno, che vi è
    ora, molto bella.
    Aveva il Vasari quell'anno finito di stampare l'opera delle Vite
25   de' Pittori, Scultori et Architettori in Fiorenza, e di niuno de' vivi
    aveva fatto la Vita, ancorché ci fussi de' vecchi, se non di Michela-
    gnolo; e così gli presentò l'opera, che la ricevé con molta allegrezza:
    dove molti ricordi di cose aveva avuto dalla voce sua il Vasari, come
    da artefice più vecchio e di giudizio. E non andò guari che, avendo-
30   la letta, gli mandò Michelagnolo il presente sonetto fatto da lui, il
    quale mi piace in memoria delle sue amorevolezze porre in questo
    luogo:
    Se con lo stile o coi colori avete
    Alla natura pareggiato l'arte,
35   Anzi a quella scemato il pregio in parte,
    Ché 'l bel di lei più bello a noi rendete,
    Poi che con dotta man posto vi sete
    A più degno lavoro, a vergar carte,
    Quel che vi manca a lei, di pregio parte,
40   Nel dar vita ad altrui tutta togliete.
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