Volume 6

Edizione Giuntina
    dell'arte e alcuni di que' giovani che lavoravano. Per il che tor-
    nato Domenico e visto il disegno di Michelagnolo, disse: «Costui ne
    sa più di me»; e rimase sbigottito della nuova maniera e della nuova
    imitazione che, dal giudizio datogli dal cielo, aveva un simil giovane
5   in età così tenera, che in vero era tanto quanto più desiderar si po-
    tesse nella pratica d'uno artefice che avesse operato molti anni. E
    ciò era che tutto il sapere e potere della grazia era nella natura esser-
    citata dallo studio e dall'arte; per che in Michelagnolo faceva ogni
    dì frutti più divini [che umani], come apertamente cominciò a dimo-
10   strarsi nel ritratto che e' fece d'una carta di Martino Tedesco stam-
    pata, che gli dette nome grandissimo. Imperò che, essendo venuta al-
    lora in Firenze una storia del detto Martino, quando i Diavoli bat-
    tano Santo Antonio, stampata in rame, Michelagnolo la ritrasse di
    penna, di maniera che non era conosciuta, e quella medesima con i
15   colori dipinse: dove, per contrafare alcune strane forme di Diavoli,
    andava a comperare pesci che avevano scaglie bizzarre di colori; e
    quivi dimostrò in questa cosa tanto valore che e' ne acquistò e cre-
    dito e nome. Contrafece ancora carte di mano di varii maestri vecchi,
    tanto simili che non si conoscevano, perché, tignendole et invecchian-
20   dole col fummo e con varie cose, in modo le insudiciava che elle pa-
    revano vecchie, e paragonatole con la propria, non si conosceva l'una
    dall'altra; né lo faceva per altro, se non per avere le proprie di mano
    di coloro, col darli le ritratte, che egli per l'ecc[ellenza] dell'arte amirava
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Edizione Torrentiniana
    dell'arte et alcuni di que' giovani che lavoravano. Per il che tornato Do-
25   menico e visto il disegno di Michele Agnolo, disse: «Costui ne sa più di
    me»; e rimase sbigottito della nuova maniera e della nuova imitazione
    che, dal giudizio datogli dal Cielo, aveva un simil giovane in età così
    tenera, ch'in vero era tanto quanto più desiderar si potesse nella pra-
    tica d'uno artefice che avesse operato molti anni. E ciò era che tutto il
30   sapere e potere della grazia era nella natura esercitata dallo studio e dalla
    arte; per che in Michele Agnolo faceva ogni dì frutti più divini che uma-
    ni, come apertamente cominciò a dimostrarsi nel ritratto che e' fece d'una
    carta di Alberto Durero, che gli dette nome grandissimo. Imperò che, es-
    sendo venuta in Firenze una istoria del detto Alberto, quando i Diavoli
35   battono Santo Antonio, stampata in rame, Michele Agnolo la ritrasse
    di penna, di maniera che non era conosciuta, e quella medesima coi
    colori dipinse: dove, per contraffare alcune strane forme di diavoli, an-
    dava a comperar pesci che avevano scoglie bizzarre di colori; e quivi
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