Volume 6

Edizione Giuntina
    per mostrare che tutto quel che si scrisse allora, e che si scriver-
    rà al presente, è la verità, né so che nessuno l'abbi più praticato di
    me e che gli sia stato più amico e servitore fedele, come n'è testimo-
    nio fino chi nol sa; né credo che ci sia nessuno che possa mostrare
5   maggior numero di lettere scritte da lui proprio, né con più affetto
    che egli ha fatto a me. Ho fatta questa disgressione per fede della
    verità; e questo basti per tutto il resto della sua Vita. Ora torniamo
    alla storia.
    Cresceva la virtù e la persona di Michelagnolo di maniera che Do-
10   menico stupiva, vedendolo fare alcune cose fuor d'ordine di giovane,
    perché gli pareva che non solo vincesse gli altri discepoli, dei quali
    aveva egli numero grande, ma ch'e' paragonasse molte volte le cose
    fatte da lui come maestro. Avvengaché uno de' giovani che imparava
    con Domenico, avendo ritratto alcune femine di penna, vestite, dalle
15   cose del Grillandaio, Michelagnolo prese quella carta e con penna
    più grossa ridintornò una di quelle femmine di nuovi lineamenti,
    nella maniera che arebbe avuto a stare perché istessi perfet-
    tamente: che è cosa mirabile a vedere la diferenza delle due ma-
    niere, e la bontà e giudizio d'un giovanetto così animoso e fiero che
20   gli bastasse l'animo correggere le cose del suo maestro. Questa carta
    è oggi appresso di me, tenuta per reliquia, che l'ebbi dal Granaccio
    per porla nel Libro de' disegni con altri di suo, avuti da Michela-
    gnolo; e l'anno 1550, che era a Roma, Giorgio la mostrò a Miche-
    lagnolo, che la riconobbe et ebbe caro rivederla, dicendo per mo-
25   destia che sapeva di questa arte più quando egl' era fanciullo che al-
    lora che era vecchio.
    Ora avvenne che, lavorando Domenico la cappella grande di San-
    ta Maria Novella, un giorno che egli era fuori, si misse Michelagnolo
    a ritrarre di naturale il ponte con alcuni deschi, con tutte le masserizie
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Edizione Torrentiniana
30   le quali cose si ritrovano ora appresso di Ridolfo Ghirlandaio, figliuolo
    di Domenico sopradetto.
    Cresceva la virtù e la persona di Michele Agnolo di maniera che Do-
    menico stupiva, vedendolo fare alcune cose fuor d'ordine di giovane, per-
    ché gli pareva che non solo vincesse gli altri discepoli dei quali aveva egli
35   numero grande, ma ch'e' paragonasse in molte le cose fatte da lui come
    maestro. Ora advenne che, lavorando Domenico la cappella grande di
    Santa Maria Novella, un giorno ch'egli era fuori, si mise Michele Agno-
    lo a ritrarre di naturale il ponte con alcuni deschi, con tutte le masserizie
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