Volume 6

Edizione Giuntina
    E così in que' giorni Anton Mini suo creato, che aveva 2 sorelle
    da maritarsi, gliene chiese, et egli gliene donò volentieri con la mag-
    gior parte de' disegni e cartoni fatti da lui, ch'erano cosa divina;
    così 2 casse di modegli con gran numero di cartoni finiti per far pit-
5   ture, e parte d'opere fatte; che venutogli fantasia d'andarsene in
    Francia, gli portò seco, e la Leda la vendé al re Francesco per via di
    mercanti, oggi a Fontanableò; et i cartoni e ' disegni andaron male,
    perché egli si morì là in poco tempo, e gliene fu rubati: dove si pri-
    vò questo paese di tante e sì utili fatiche, che fu danno inestimabile.
10   A Fiorenza è ritornato poi il cartone della Leda, che l'ha Bernar-
    do Vec[c]hietti, e così 4 pezzi d'i cartoni della Cappella, di Ignudi
    e Profeti, condotti da Benvenuto Cellini scultore, oggi appresso agli
    eredi di Girolamo degli Albizi.
    Convenne a Michelagnolo andare a Roma a papa Clemente, il qua-
15   le, benché adirato con lui, come amico della virtù gli perdonò ogni
    cosa e gli diede ordine che tornasse a Fiorenza e che la Libreria e
    Sagrestia di S. Lorenzo si finissero del tutto. E per abreviare tal
    opera, una infinità di statue che ci andavano compartirono in altri
    maestri: egli n'allogò 2 al Tribolo, una a Raffaello da Montelupo et
20   una a fra' Giovann'Agnolo frate de' Servi, tutti scultori, e gli diede
    aiuto in esse facendo a ciascuno i modelli in bozze di terra. Laonde
    tutti gagliardamente lavorarono, et egli ancora alla Libreria faceva
    attendere; onde si finì il palco di quella d'intagli in legnami con suoi
    modelli, i quali furono fatti per le mani del Carota e del Tasso fio-
25   rentini, eccell[enti] intagliatori e maestri, et ancora di quadro; e si-
    milmente i banchi dei libri, lavorati allora da Batista del Cinque e
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Edizione Torrentiniana
    Per che a Michele Agnolo convenne andare a Roma a papa Clemente,
    il quale, benché ingiuriato da lui, come amico della virtù gli perdonò ogni
    cosa e gli diede ordine che tornasse a Fiorenza e che la Libreria e la Sa-
30   grestia di San Lorenzo si finissero del tutto. E per abbreviare tale opera,
    una infinità di statue che ci andavano compartirono in altri maestri: egli
    n'allogò due al Tribolo, una a Raffaello da Monte Lupo et una a Gio-
    vann'Agnolo, già suto frate de' Servi, tutti scultori, e gli diede aiuto in
    esse faccendo a ciascuno i modelli in bozze di terra. Laonde tutti gagliar-
35   damente lavorarono, et egli ancora alla Libreria faceva attendere; onde
    si finì il palco di quella d'intagli in legnami con suoi modelli, i quali fu-
    rono fatti per le mani del Carota e del Tasso fiorentini, eccellenti
    intagliatori e maestri, et ancora di quadro; e similmente i banchi dei
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