Volume 6

Edizione Giuntina
    fabrica de' Magistrati, che volta sul fiume d'Arno, della quale non ho
    mai fatto murare altra cosa più difficile né più pericolosa, per essere
    fondata in sul fiume e quasi in aria. Ma era necessaria, oltre all'altre
    cagioni, per appiccarvi, come si è fatto, il gran corridore che, attra-
5   versando il fiume, va dal Palazzo ducale al palazzo e giardino de'
    Pitti: il quale corridore fu condotto in cinque mesi con mio ordine e
    disegno, ancorché sia opera da pensare che non potesse condursi in
    meno di cinque anni. Oltre che anco fu mia cura il far rifare, per le
    medesime nozze, et accrescere nella tribuna maggiore di Santo Spi-
10   rito i nuovi ingegni della festa che già si faceva in San Felice in Piaz-
    za: il che tutto fu ridotto a quella perfezzione che si poteva maggiore,
    onde non si corrono più di que' pericoli che già si facevano in detta
    festa. È stata similmente mia cura l'opera del palazzo e chiesa de' Ca-
    valieri di Santo Stefano in Pisa, e la tribuna overo cupola della Madon-
15   na dell'Umiltà in Pistoia, che è opera importantissima. Di che tutto,
    senza scusare la mia imperfezzione, la quale conosco davantaggio,
    se cosa ho fatto di buono, rendo infinite grazie a Dio, dal quale spero
    avere anco tanto d'aiuto che io vedrò, quando che sia, finita
    la terribile impresa delle dette facciate della Sala, con piena sodisfa-
20   zione de' miei Signori, che già, per ispazio di tredici anni, mi hanno
    dato occasione di grandissime cose, con mio onore et utile, operare,
    per poi, come stracco, logoro et invecchiato riposarmi. E se le cose
    dette, per la più parte, ho fatto con qualche fretta e prestezza, per di-
    verse cagioni, questa spero io di fare con mio commodo, poi che il
25   signor Duca si contenta che io non la corra, ma la faccia con agio,
    dandomi tutti quei riposi e quelle ricreazioni che io medesimo so disi-
    derare.
    Onde l'anno passato, essendo stracco per le molte opere sopradet-
    te, mi diede licenza che io potessi alcuni mesi andare a spasso. Per
30   che messomi in viaggio, cercai poco meno che tutta Italia, rivedendo
    infiniti amici e miei signori, e l'opere di diversi eccellenti artefici, co-
    me ho detto di sopra ad altro proposito. In ultimo, essendo in Roma
    per tornarmene a Fiorenza, nel baciare i piedi al santissimo e beatissi-
    mo papa Pio Quinto, mi comise che io gli facessi in Fiorenza una ta-
35   vola per mandarla al suo convento e chiesa del Bosco, ch'egli faceva
    tuttavia edificare nella sua patria, vicino ad Alessandria della Paglia.
    Tornato dunque a Fiorenza, e per averlomi Sua Santità comandato e
    per le molte amorevolezze fattemi, gli feci, sì come avea commessomi,
    in una tavola l'Adorazione de' Magi; la quale, come seppe essere sta-
40   ta da me condotta a fine, mi fece intendere che per sua contentezza
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