Volume 6

Edizione Giuntina
    e con retto giudizio operare nella scultura, e rendere le abitazioni
    commode e sicure, sane, allegre, proporzionate e ricche di varii or-
    namenti nell'architettura. Volle oltra ciò accompagnarlo della vera
    filosofia morale, con l'ornamento della dolce poesia, acciò che il mon-
5   do lo eleggesse et amirasse per suo singularissimo specchio nella vita,
    nell'opere, nella santità dei costumi et in tutte l'azzioni umane, e
    perché da noi più tosto celeste che terrena cosa si nominasse. E per-
    ché vide che nelle azzioni di tali esercizii et in queste arti singularis-
    sime, cioè nella pittura, nella scultura e nell'architettura, gli ingegni
10   toscani sempre sono stati fra gli altri sommamente elevati e grandi,
    per essere eglino molto osservanti alle fatiche et agli studii di tutte
    le facultà sopra qualsivoglia gente di Italia, volse dargli Fiorenza,
    dignissima fra l'altre città, per patria, per colmare alfine la perfezzio-
    ne in lei meritamente di tutte le virtù per mezzo d'un suo cittadino.
15   Nacque dunque un figliuolo sotto fatale e felice stella nel Casen-
    tino, di onesta e nobile donna, l'anno 1474 a Lodovico di Lionardo
    Buonarruoti Simoni, disceso, secondo che si dice, della nobilissima
    et antichissima famiglia de' Conti di Canossa. Al quale Lodovico,
    essendo podestà quell'anno del castello di Chiusi e Caprese, vicino al
20   sasso della Vernia, dove san Francesco ricevé le stìmate, diocesi are-
    tina, nacque, dico, un figliuolo il sesto dì di marzo, la domenica,
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Edizione Torrentiniana
    architettura; e volse oltra ciò accompagnarlo de la vera filosofia
    morale, con l'ornamento della dolce poesia, acciò che il mondo lo eleg-
    gesse et ammirasse per suo singularissimo specchio nella vita, nell'opere,
25   nella santità dei costumi e in tutte l'azzioni umane, e che da noi più
    tosto celeste che terrena cosa si nominasse. E perché vide che nelle azzioni
    di tali esercizii et in queste arti singularissime, cioè nella pittura, nella
    scultura e nell'architettura, gli ingegni toscani sempre sono stati fra gli
    altri sommamente elevati e grandi, per essere eglino molto osservanti alle
30   fatiche et agli studii di tutte le facultà sopra qualsivoglia gente di Italia,
    volse dargli Fiorenza, dignissima fra l'altre città, per patria, per colmare
    alfine la perfezzione in lei meritamente di tutte le virtù per mez[z]o d'un
    suo cittadino, avendo già mostrato un principio grandissimo e maraviglioso
    in Cimabue, in Giotto, in Donato, in Filippo Brunelleschi et in Lionardo
35   da Vinci, per mez[z]o del quale non si poteva se non credere che col tempo
    si dovessi scoprire un ingegno che ci mostrasse perfettissimamente, mercé
    della sua bontà, l'infinito del fine.
    Nacque dunque in Fiorenza l'anno MCCCCLXXIIII un figliuolo a Lodovico
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