Volume 6

Edizione Giuntina
    ringraziandone Dio. Nella testata, che è a sommo, è Cristo che desina
    in casa di Simone, e Maria Madalena che con le lacrime gli bagna i
    piedi e gl'asciuga con i capelli, tutta mostrandosi pentita de' suoi
    peccati. La quale storia è partita in tre quadri: nel mezzo è la cena, a
5   man ritta una bottiglieria con una credenza piena di vasi in varie
    forme e stravaganti, et a man sinistra uno scalco che conduce le vi-
    vande. Le volte furono compartite in tre parti: in una si tratta della
    Fede, nella seconda della Religione e nella terza dell'Eternità; cia-
    scuna delle quali, perché erano in mezzo, ha otto Virtù intorno, dimo-
10   stranti ai monaci, che in quel refettorio mangiano, quello che alla loro
    vita e perfezzione è richiesto. E per arricchire i vani delle volte, gli
    feci pieni di grottesche, le quali in 48 vani fanno ornamento alle 48
    immagini celesti; et in sei facce per lo lungo di quel refettorio sotto
    le finestre, fatte maggiori e con ricco ornamento, dipinsi sei delle pa-
15   rabole di Gesù Cristo, le quali fanno a proposito di quel luogo. Alle
    quali tutte pitture et ornamenti corrisponde l'intaglio delle spalliere,
    fatte riccamente.
    Dopo feci all'altar maggiore di quella chiesa una tavola alta 8 brac-
    cia, dentrovi la Nostra Donna che presenta a Simeone nel tempio
20   Gesù Cristo piccolino, con nova invenzione. Ma è gran cosa che, do-
    po Giotto, non era stato insino allora in sì nobile e gran città maestri
    che in pittura avessino fatto alcuna cosa d'importanza, se ben vi era
    stato condotto alcuna cosa di fuori di mano del Perugino e di Raf-
    faello; per lo che m'ingegnai fare di maniera, per quanto si estendeva
25   il mio poco sapere, che si avessero a svegliare gl'ingegni di quel paese
    a cose grandi e onorevoli operare. E questo, o altro che ne sia stato
    cagione, da quel tempo in qua vi sono state fatte di stucchi e pitture
    molte bellissime opere.
    Oltre alle pitture sopradette, nella volta della foresteria del mede-
30   simo monasterio condussi a fresco, di figure grandi quanto il vivo,
    Gesù Cristo che ha la croce in ispalla, e, a imitazione di lui, molti de'
    suoi Santi che l'hanno similmente addosso, per dimostrare che a chi
    vuole veramente seguitar lui, bisogna portare e con buona pacienza
    l'avversità che dà il mondo. Al Generale di detto Ordine condussi in
35   un gran quadro Cristo che, aparendo agl'Apostoli travagliati in mare
    dalla fortuna, prende per un braccio S. Piero, che a lui era corso per
    l'acqua dubitando non affogare. Et in un altro quadro per l'abate
    Capeccio feci la Ressurezione. E queste cose condotte a fine, al signor
    don Pietro di Tolledo, viceré di Napoli, dipinsi a fresco nel suo giar-
40   dino di Pozzuolo una cappella, et alcuni ornamenti di stucchi sottilissimi.
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