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continuo cresceva la voglia, aveva tentati più mez[z]i; di maniera che |
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Michele Agnolo di tal cosa stava in grandissima gelosia e dubitava molto |
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ch'alcuni manovali o suoi garzoni non lo tradissero, corrotti dal pre- |
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mio, come e' fecero. E per assicurarsi de' suoi, comandandoli che a nes- |
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suno aprissero, se ben fosse il Papa, et essi promettendogliene, finse che |
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voleva stare alcuni dì fuor di Roma; e replicato il comandamento, lasciò |
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loro la chiave. Ma partito da essi, si serrò nella cappella al lavoro. Onde |
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subitamente fu fatto ciò intendere al Papa, perché, essendo fuori Michele |
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Agnolo, pareva loro tempo comodo che Sua Santità venisse a piacer suo, |
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aspet[t]andone una bonissima mancia. Il Papa, andato per entrar nella |
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cappella, fu il primo che la testa ponesse dentro; et appena ebbe fatto |
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un passo, che da l'ultimo ponte sul primo palco cominciò Michele Agnolo |
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a gettar tavole. Per il che il Papa, vedutolo e sapendo la natura sua, |
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con non meno collera che paura si mise in fuga, minacciandolo molto. Mi- |
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chele Agnolo per una finestra della cappella si partì; e trovato Bramante |
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da Urbino, gli lasciò la chiave dell'opera et in poste se ne tornò a Fiorenza, |
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pensando che Bramante rappaceficasse il Papa, parendogli in vero aver |
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fatto male. Arrivato dunque a Fiorenza et avendo sentito mormorare il |
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Papa in quella maniera, aveva fatto disegno di non tornare più a Roma; |
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ma per gli preghi di Bramante e d'altri amici, passato la collera al Papa |
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e non volendo egli che tanta opera rimanesse imperfetta, scrisse a Pier |
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Soderini, allora gonfaloniere in Fiorenza, che Michele Agnolo a' suoi |
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piedi rimandasse, perché gli avea perdonato. Fu fatto da Piero a Michele |
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Agnolo saper questo; ma egli era fermato di non ritornarci, non si fi- |
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dando del Papa. Onde Pietro deliberò mandarlo come ambasciadore per |
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più securezza sua; et egli con questa buona sicurtà alla fine pur si con- |
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dusse al Papa. Era il reverendissimo cardinale di Volterra fratello di |