Volume 6

Edizione Giuntina
    nacque il disordine, come s'è ragionato, che s'ebbe a partire di Ro-
    ma, non volendo mostrarla al Papa; che, secondo che io intesi da lui
    per chiarir questo dubbio, quando e' ne fu condotta il terzo, la gli
    cominciò a levare certe muffe, traendo tramontano una invernata.
5   Ciò fu cagione che la calce di Roma, per esser bianca fatta di trever-
    [t]ino, non secca così presto, e mescolata con la pozzolana, che è di
    color tanè, fa una mestica scura, e quando l'è liquida, aquosa e che 'l
    muro è bagnato bene, fiorisce spesso nel seccarsi: dove che in molti
    luoghi sputava quello salso umore fiorito, ma col tempo l'aria lo con-
10   sumava. Era di questa cosa disperato Michelagnolo, né voleva segui-
    tare più, e scusandosi col Papa che quel lavoro non gli riusciva, ci
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Edizione Torrentiniana
    continuo cresceva la voglia, aveva tentati più mez[z]i; di maniera che
    Michele Agnolo di tal cosa stava in grandissima gelosia e dubitava molto
    ch'alcuni manovali o suoi garzoni non lo tradissero, corrotti dal pre-
15   mio, come e' fecero. E per assicurarsi de' suoi, comandandoli che a nes-
    suno aprissero, se ben fosse il Papa, et essi promettendogliene, finse che
    voleva stare alcuni dì fuor di Roma; e replicato il comandamento, lasciò
    loro la chiave. Ma partito da essi, si serrò nella cappella al lavoro. Onde
    subitamente fu fatto ciò intendere al Papa, perché, essendo fuori Michele
20   Agnolo, pareva loro tempo comodo che Sua Santità venisse a piacer suo,
    aspet[t]andone una bonissima mancia. Il Papa, andato per entrar nella
    cappella, fu il primo che la testa ponesse dentro; et appena ebbe fatto
    un passo, che da l'ultimo ponte sul primo palco cominciò Michele Agnolo
    a gettar tavole. Per il che il Papa, vedutolo e sapendo la natura sua,
25   con non meno collera che paura si mise in fuga, minacciandolo molto. Mi-
    chele Agnolo per una finestra della cappella si partì; e trovato Bramante
    da Urbino, gli lasciò la chiave dell'opera et in poste se ne tornò a Fiorenza,
    pensando che Bramante rappaceficasse il Papa, parendogli in vero aver
    fatto male. Arrivato dunque a Fiorenza et avendo sentito mormorare il
30   Papa in quella maniera, aveva fatto disegno di non tornare più a Roma;
    ma per gli preghi di Bramante e d'altri amici, passato la collera al Papa
    e non volendo egli che tanta opera rimanesse imperfetta, scrisse a Pier
    Soderini, allora gonfaloniere in Fiorenza, che Michele Agnolo a' suoi
    piedi rimandasse, perché gli avea perdonato. Fu fatto da Piero a Michele
35   Agnolo saper questo; ma egli era fermato di non ritornarci, non si fi-
    dando del Papa. Onde Pietro deliberò mandarlo come ambasciadore per
    più securezza sua; et egli con questa buona sicurtà alla fine pur si con-
    dusse al Papa. Era il reverendissimo cardinale di Volterra fratello di
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