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amici suoi pittori, perché a tal cosa gli porgessero aiuto et ancora per vede- |
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re il modo del lavorare a fresco da loro, nel quale v'erano alcuni pratichi |
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molto, i quali si condussero a Roma: e furono il Granaccio, Giulian Bu- |
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giardini, Iacopo di Sandro, l'Indaco vecchio, Agnolo di Domenico et Ari- |
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stotile. E dato principio all'opera, fece loro cominciare alcune cose per |
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saggio. Ma veduto le fatiche loro molto lontane dal desiderio suo e non |
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sodisfacendogli, una mattina si risolse di gettare a terra ogni cosa che ave- |
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vano fatto; e rinchiusosi nella cappella, non volse mai aprir loro, né man- |
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co in casa, dove era, da essi si lasciò vedere. E così dalla beffa, la quale |
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pareva loro che troppo durasse, presero partito e con vergogna se ne tor- |
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narono a Fiorenza. Laonde Michele Agnolo, preso ordine di far da sé |
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tutta quella opera, a bonissimo termine la ridusse con ogni sollecitudine di |
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fatica e di studio: né mai si lasciava vedere, per non dare cagione che tal |
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cosa s'avesse mostrare; onde negli animi delle genti nasceva ogni dì mag- |
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gior desiderio di vederla. |
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Era papa Giulio molto desideroso di vedere le imprese ch'e' faceva; |
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per il che di questa, che gli era nascosa, venne in grandissimo desiderio: |
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onde volse un giorno andare a vederla, e non gli fu aperto, ché Michele |
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Agnolo non avrebbe voluto mostrarla. Per la qual cosa il Papa, a cui di |