Volume 6

Edizione Giuntina
   
CARRO TREDICESIMO DI NETTUNNO
    Ma capriccioso e bizarro e bello sopra tutti gl'altri apparse poi il
    tredicesimo carro di Nettunno, essendo di un grandissimo granchio,
    che grancevalo sogliono i Veneziani chiamare e che in su quattro gran
5   delfini si posava, composto, et avendo intorno alla base, che uno sco-
    glio naturale e vero sembrava, una infinità di marine conche e di spu-
    gne e di coralli che ornatissimo e vaghissimo lo rendevano, et essendo
    da due marini cavalli tirato; sopra cui Nettunno nel modo solito e col
    solito tridente stando, si vedeva in forma di bianchissima e tutta spu-
10   mosa Ninfa la moglie Salacia a' piedi e come per compagna avere. Ma
    innanzi al carro si vedeva camminar poi il vecchio e barbuto Glauco,
    tutto bagnato e tutto di marina alga e di muschio pieno, la cui per-
    sona pareva dal mez[z]o in giù che forma di notante pesce avesse, ag-
    girandosegli intorno molti degl'alcionî uccelli; e con lui si vedeva il
15   vario et ingannevole Proteo, vecchio e pien d'alga e tutto bagnato
    anch'egli; e con loro il fiero Forci, di reale e turchina benda il capo
    cinto, e con barba e capelli oltre a modo lunghi e distesi, portando per
    segno dell'imperio che avuto aveva le famose colonne d'Ercole in ma-
    no. Seguivano poi con le solite code e con le sonanti buccine due Tri-
20   toni, co' quali pareva che il vecchio Eolo, tenente anch'egli in mano
    una vela et un reale scettro et avendo un'accesa fiamma di foco in
    testa, accompagnato si fusse, essendo da quattro de' principali suoi
    Venti seguitato: dal giovane Zefiro cioè, con la chioma e con le va-
    riate ali di diversi fioretti adorne, e dal nero e caldo Euro, che un lu-
25   cido sole in testa avea, e dal freddo e nevoso Borea, et ultimamente
    dal molle e nubiloso e fiero Austro, tutti, secondo che dipigner si so-
    gliono, con le gonfianti guancie e con le solite veloci e grand'ali figura-
    ti. Ma i due giganti Oto et Efialte, di Nettunno figliuoli, si vedevano
    convenientemente dopo costor venire, tutti, per memoria dell'esser
30   stati da Apollo e da Diana uccisi, di diverse frecce feriti e trapassati.
    E con loro con non men convenienza si vedevan venire similmente due
    Arpie, con l'usata faccia di donzella e con l'usate rapaci branche e
    con l'usato bruttissimo ventre. Vedevasi similmente l'egiziano Dio
    Canopo, per memoria dell'antica astuzia usata dal sacerdote contro
35   a' Caldei, tutto corto e ritondo e grosso figurato; e si vedevan gl'alati
    e giovani e vaghi Zete e Calai, figliuoli di Borea, con la cui virtù si
    conta che già furon del mondo cacciate le brutte e ingorde Arpie
    prescritte; veggendosi con loro per ultimo con un aurato vaso la bella
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