Volume 6

Edizione Giuntina
    che paragone si chiama; e nella quinta ed ultima l'uccisione sagace-
    mente da lui fatta dell'occhiuto Argo, il quale per maggiore dimo-
    strazione in abito di pastore, tutto d'occhi pieno, si vedeva primo in-
    nanzi al carro camminare; con cui, in abito ricchissimo di giovane
5   donna, con una vite in testa e con uno scettro in mano, Maia la madre
    di Mercurio predetto e di Fauno figliuola sembrava d'essersi accom-
    pagnata, avendo alcuni in vista dimestichi serpenti che la seguitavano.
    Ma dopo questi si vedeva venire la Palestra, di Mercurio figliuola, in
    sembianza di vergine tutta ignuda, ma forte e fiera a meraviglia e di
10   diverse frondi d'olivo per tutta la persona inghirlandata, con i capelli
    accortati e tosi, acciò che combattendo, come è suo costume di sempre
    fare, presa all'inimico non porgessero. E con lei l'Eloquenzia, pur di
    Mercurio figliuola, anch'ella di matronale ed onesto e grave abito
    adorna, con un pappagallo in testa e con una delle mani aperta. Ve-
15   devansi poi le tre Grazie, nel modo solito prese per mano e d'un sotti-
    lissimo velo coperte; dopo le quali, di pelle di cane vestiti, si vedevano
    i duoi Lari venire, co' quali l'Arte, con matronal abito anch'ella e con
    una gran leva et una gran fiamma di fuoco in mano, pareva che ac-
    compagnata si fusse. Erano questi da Auctolico, ladro sottilissimo, di
20   Mercurio e di Chione Ninfa figliuolo, con le scarpe di feltro e con
    una chiusa berretta che il viso gli nascondeva, seguitati, avendo
    d'una lanterna, che da ladri si chiama, e di diversi grimaldelli e
    d'una scala di corda l'una e l'altra man piena; veggendosi ultimamen-
    te dall'Ermafrodito, di Mercurio anch'egli e di Venere disceso, nel
25   modo solito figurato, chiudersi l'ultima parte della picciola squadra.
   
CARRO NONO DELLA LUNA
    Ma il nono e tutto argentato carro della Luna da due cavalli, l'un
    bianco e l'altro nero, tirato, si vide dopo questo non men leggiadra-
    mente venire, guidando ella, d'un candido e sottil velo come è costu-
30   me coperta, con grazia graziosissima gl'argentati freni; e si vide (come
    negl'altri) non men vegamente fatto pomposo ed adorno da quattro
    delle sue favole. per la prima delle quali, fuggendo il furor di Tifeo,
    si vedeva questa gentilissima Dea essere in gatta a convertirsi co-
    stretta; sì come nella seconda si vedeva caramente abbracciare e ba-
35   ciare il bello e dormente Endimione; e come nella terza si vedeva, da
    un gentil vello cinta di candida lana, condursi in una oscura selva per
    giacersi con l'innamorato Pane, Dio de' pastori; ma nella quarta si vedeva
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