Volume 6

Edizione Giuntina
    Ha quanti il cielo, ha quanti
    Iddii la terra e l'onda al parer vostro,
    Ma DIO solo è quell'un che 'l sommo chiostro
    Alberga in mez[z]o a mille Angeli santi,
5   A cui sol giunte avanti
    Posan le pellegrine
    E stanche anime alfine, al fin del giorno,
    Tutto allegrando il ciel del suo ritorno.
    Credo di potere sicuramente affermare che questa mascherata
10   (machina da potersi solo condurre per mano di prudente e pratico e
    valoroso e gran Principe, et in cui quasi tutti i signori e gentiluomini
    della città e forestieri intervennero) fusse senza dubbio la più nume-
    rosa, la più magnifica e la più splendida che da molti secoli in qua ci
    sia memoria che in verun luogo stata rappresentata sia, essendo fatti
15   non pure la maggior parte de' vestimenti di tele d'oro e d'argento e
    d'altri ricchissimi drappi, e di pelli, ove il luogo lo ricercava, finissime,
    ma vincendo l'arte la materia, composti sopra tutto con leggiadria et
    industria et invenzione singolare e meravigliosa. E perché gl'occhi de'
    riguardanti potessero con più sodisfazione mirando riconoscere quali
20   di mano in mano fussero gli Dei che figurar si volevano, convenevol
    cosa parve d'andargli tutti distinguendo in ventuna squadra, prepo-
    nendone a ciascheduna uno, che più principale pareva che reputar
    si dovesse, e quelli per maggior magnificenza e grandez[z]a, e per-
    ché così sono dagl'antichi poeti figurati, facendo, sopra appropriati
25   carri, da' lor proprii e particolari animali tirare.
    Ora in questi carri, che belli e capricciosi e bizarri oltre a modo e
    d'oro e d'argento splendidissimi si dimostravano, e nel figurare i pre-
    scritti animali che gli tiravano proprii e naturali, fu senza dubbio
    tanta la prontez[z]a et eccellenzia degl'ingegnosi artefici, che non pure
30   furon vinte tutte le cose fino allora fatte fuori e dentro alla città, re-
    putatane in tutti i tempi maestra singolarissima, ma con infinita me-
    raviglia si tolse del tutto la speranza a ciascuno che mai più
    cosa né sì eroica né sì propria veder si potesse.
    Da quegli Dii adunque, poi che tali furono, che prime cagioni e
35   primi padri degl'altri son reputati, incominciandoci, andremo cia-
    scun de' carri e delle squadre che gli precedevano descrivendo; e poi
    che la Geneologia degli Dei si rappresentava, a Demogorgone, primo
    padre di tutti, et al suo carro faccendo principio, diremo che dopo un
    vago e leggiadro e d'alloro inghirlandato pastore, l'antico poeta Esio-
40   do rappresentante, che primo nella sua Teogognia degli Dei cantando
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