Volume 6

Edizione Giuntina
    mercatanti a trattare i lor negozii si riducono, chiamato il Mercato
    Nuovo: il che faceva anche più chiaro il putto che in una delle fac-
    ciate si vedeva batter l'ore, in una banda del quale - essendo maestre-
    volmente stati accomodati i lor particolari Dii da una parte, cioè la
5   statua della Fortuna a sedere sur una ruota, e dall'altra un Mercurio
    col caduceo e con una borsa in mano - si vedevano ridotti molti de'
    più nobili artefici, cioè quelli che, con maggiore eccellenza che forse
    in altro luogo, in Fiorenza la lor arte essercitano; e di questi, con le lor
    merci in mano, quasi che all'entrante Principessa offerir le volessero,
10   altri si vedevano con drappi d'oro, altri di seta, altri con finis-
    simi panni et altri con ricami bellissimi e meravigliosi, tutti lieti mo-
    strarsi, sì come in altra parte altri si vedevano poi con diversi abiti
    passeggiando negoziare, et altri di minor grado con varii e bellissimi
    intagli di legname e di tarsie, et altri con palloni, con maschere e con
15   sonagli et altre cose fanciullesche, nella medesima guisa mostrare il
    medesimo giubilo e contento. Il che, et il giovamento delle quali, e
    l'utile e la gloria che a Fiorenza ne sia venuto, lo dichiaravano i quat-
    tro versi che, come agl'altri, di sopra posti erano, dicendo:
    QUAS ARTES PARIAT SOLERTIA, NUTRIAT USUS,
20   AUREA MONSTRAVIT QUONDAM FLORENTIA CUNCTIS.
    PANDERE NAMQUE ACRI INGENIO ATQUE ENIXA LABORE EST
    PRAESTANTI, UNDE PARET VITAM SIBI QUISQUE BEATAM.
    Delle due ultime Deità o Vertù, poiché, come abbiàn detto, per la
    quantità et eccellenza in esse de' figliuoli suoi, son tanto a Fiorenza
25   proprie che ben può sopra l'altre gloriosa reputarsi, da man destra et
    a canto alla statua di Cerere era posta quella d'Apollo, preso per
    quello Apollo toscano che infonde ne' toscani poeti i toscani versi;
    questi sotti i suoi piedi (sì come nell'altre tele) aveva dipinto in cima
    d'un amenissimo monte, conosciuto essere d'Elicone dal caval Pe-
30   gaseo, un molto bello e spazioso prato, in mez[z]o a cui sorgeva il
    sagrato fonte d'Aganippe, conosciuto anch'egli per le nove Muse che
    intorno gli stavano sollaz[z]andosi, con le quali, et all'ombra de'
    verdeggianti allori, di che tutto 'l monte era ripieno, si vedevano varii
    poeti in varie guise sedersi, o passeggiando ragionare, o cantare al
35   suon della lira, mentre una quantità di piccoli Amorini sopra gl'allori
    scherzando, altri di loro saettavano et ad altri pareva che gettassero
    lauree corone. Di questi, nel più degno luogo, si vedeva l'acutissimo
    Dante, il Petrarca leggiadro et il facondo Boccaccio, che in atto tutto
    ridente pareva che promettessero all'entrante Signora- poi che a loro
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