Volume 6

Edizione Giuntina
    Vecello, Paulo Veronese, Giuseppo Salviati, il Tintoretto;
    Alessandro Vettoria, il Danese, scultori; Batista Farinato veronese,
    pittore, et Andrea Palladio, architetto.
    Ora, per dire similmente alcuna cosa degli scultori Accademici e
5   dell'opere loro, nelle quali non intendo molto volere allargarmi, per
    esser essi vivi e per lo più di chiarissima fama e nomea, dico che
    Benvenuto Cellini cittadino fiorentino (per cominciarmi dai più vec-
    chi e più onorati), oggi scultore, quando attese all'orefice in sua gio-
    vanezza, non ebbe pari, né aveva forse in molti anni in quella profes-
10   sione e in fare bellissime figure di tondo e basso rilievo e tutte altre
    opere di quel mestiero; legò gioie et adornò di castoni maravigliosi,
    con figurine tanto ben fatte et alcuna volta tanto bizzarre e capricciose,
    che non si può né più né meglio imaginare. Le medaglie ancora, che in
    sua gioventù fece d'oro e d'argento, furono condotte con incredibile
15   diligenza, né si possono tanto lodare che basti. Fece in Roma a Papa
    Clemente Settimo un bottone da piviale, bellissimo, accomodandovi
    ottimamente una punta di diamante, intornata da alcuni putti fatti di
    piastra d'oro, et un Dio Padre mirabilmente lavorato: onde, oltre al
    pagamento, ebbe in dono da quel Papa l'ufizio d'una mazza. Essen-
20   dogli poi dal medesimo Pontefice dato a fare un calice d'oro, la coppa
    del quale dovea esser retta da figure rappresentanti le Virtù teologi-
    che, lo condusse assai vicino al fine con artifizio maravigliosissimo.
    Ne' medesimi tempi non fu chi facesse meglio, fra molti che si pro-
    varono, le medaglie di quel Papa di lui, come ben sanno coloro che le
25   videro e n'hanno. E perché ebbe per queste cagioni cura di fare i conii
    della Zecca di Roma, non sono mai state vedute più belle monete di
    quelle che allora furono stampate in Roma. E perciò dopo la morte di
    Clemente, tornato Benvenuto a Firenze, fece similmente i conii con
    la testa del duca Alessandro per le monete per la Zecca di Firenze,
30   così belli e con tanta diligenza, che alcune di esse si serbano oggi
    come bellissime medaglie antiche: e meritamente, perciò che in que-
    ste vinse se stesso. Datosi finalmente Benvenuto alla scultura et al
    fare di getto, fece in Francia molte cose di bronzo, d'argento e d'oro,
    mentre stette al servizio del re Francesco in quel regno. Tornato poi
35   alla patria e messosi al servizio del duca Cosimo, fu prima adoperato
    in alcune cose da orefice, et in ultimo datogli a fare alcune cose di
    scultura; onde condusse di metallo la statua del Perseo che ha tagliata
    la testa a Medusa, la quale è in piazza del Duca, vicina alla porta del
    Palazzo del Duca, sopra una basa di marmo, con alcune figure di
40   bronzo bellissime, alte circa un braccio et un terzo l'una; la quale
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