Volume 6

Edizione Giuntina
    a sedere per mettersi le calze, e non potevano entrargli per avere le
    gambe umide dell'acqua, e sentendo il tumulto de' soldati e le grida
    et i romori de' tamburini, affrettando tirava per forza una calza; et
    oltra che tutti i muscoli e ' nervi della figura si vedevano, faceva uno
5   storcimento di bocca, per il quale dimostrava assai quanto e' pativa
    e che egli si adoperava fin alle punte de' piedi. Eranvi tamburini an-
    cora, e figure che, coi panni avvolti, ignudi correvano verso la ba-
    ruffa; e di stravaganti attitudini si scorgeva chi ritto, chi ginocchioni,
    o piegato o sospeso a giacere, et in aria attaccati con iscorti difficili.
10   V'erano ancora molte figure aggruppate et in varie maniere abboz-
    zate, chi contornato di carbone, chi disegnato di tratti, e chi sfumato
    e con biacca lumeggiato, volendo egli mostrare quanto sapesse in
    tale professione. Per il che gli artefici stupiti et ammirati restorono,
    vedendo l'estremità dell'arte in tal carta per Michelagnolo mostrata
15   loro. Onde veduto sì divine figure, dicono alcuni, che le viddero, di
    man sua e d'altri ancora non [s'] essere mai più veduto cosa che della
    divinità dell'arte nessuno alto ingegno possa arrivarla mai. E certa-
    mente è da credere, perciò che, da poi che fu finito e portato alla
    Sala del Papa con gran romore dell'arte e grandissima gloria di Mi-
20   chelagnolo, tutti coloro che su quel cartone studiarono e tal cosa disegnarono,
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Edizione Torrentiniana
    le calze, che non potevano entrargli per avere le gambe umide del-
    l'acqua, e sentendo il tumulto de' soldati e le grida et i romori de' tam-
    burini, affrettandosi tirava per forza una calza; et oltra che tutti i mu-
    scoli e ' nervi della figura si vedevano, faceva uno storcimento di bocca,
25   per il quale dimostrava assai quanto e' pativa e che egli si adoperava fin
    alle punte de' piedi. Eranvi tamburini ancora, e figure che, coi panni av-
    volti, ignudi correvano verso la baruffa; e di stravaganti attitudini si
    scorgeva chi ritto e chi ginocchioni, o piegato o sospeso a giacere, et in
    aria attac[c]ati con iscorti difficili. V'erano ancora molte figure aggrup-
30   pate et in varie maniere bozzate, chi contornato di carbone, chi disegna-
    to di tratti, e chi sfumato e con biacca lumeggiato, volendo egli mostrare
    quanto sapesse in tale professione. Per il che gli artefici stupidi e morti
    restorono, vedendo l'estremità dell'arte in tal carta per Michele
    Agnolo móstra loro. Onde veduto sì divine figure, dicono alcuni, che le
35   videro, di man sua e d'altri ancora non s'essere mai più veduto cosa che
    della divinità dell'arte nessuno alto ingegno possa arrivarla mai. E cer-
    tamente è da credere, perciò che, daùppoi che fu finito et portato alla Sala
    del Papa con gran romore dell'arte e grandissima gloria di Michele Agnolo,
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