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a sedere per mettersi le calze, e non potevano entrargli per avere le |
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gambe umide dell'acqua, e sentendo il tumulto de' soldati e le grida |
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et i romori de' tamburini, affrettando tirava per forza una calza; et |
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oltra che tutti i muscoli e ' nervi della figura si vedevano, faceva uno |
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storcimento di bocca, per il quale dimostrava assai quanto e' pativa |
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e che egli si adoperava fin alle punte de' piedi. Eranvi tamburini an- |
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cora, e figure che, coi panni avvolti, ignudi correvano verso la ba- |
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ruffa; e di stravaganti attitudini si scorgeva chi ritto, chi ginocchioni, |
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o piegato o sospeso a giacere, et in aria attaccati con iscorti difficili. |
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V'erano ancora molte figure aggruppate et in varie maniere abboz- |
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zate, chi contornato di carbone, chi disegnato di tratti, e chi sfumato |
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e con biacca lumeggiato, volendo egli mostrare quanto sapesse in |
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tale professione. Per il che gli artefici stupiti et ammirati restorono, |
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vedendo l'estremità dell'arte in tal carta per Michelagnolo mostrata |
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loro. Onde veduto sì divine figure, dicono alcuni, che le viddero, di |
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man sua e d'altri ancora non [s'] essere mai più veduto cosa che della |
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divinità dell'arte nessuno alto ingegno possa arrivarla mai. E certa- |
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mente è da credere, perciò che, da poi che fu finito e portato alla |
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Sala del Papa con gran romore dell'arte e grandissima gloria di Mi- |
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chelagnolo, tutti coloro che su quel cartone studiarono e tal cosa disegnarono, |