Volume 6

Edizione Giuntina
    don Francesco, loro figliuolo e prencipe di Fiorenza. E non andò
    molto che ritrasse, sì come piacque a lei, un'altra volta la detta signora
    Duchessa in vario modo dal primo, col signor don Giovanni suo fi-
    gliuolo appresso. Ritrasse anche la Bia fanciulletta e figliuola naturale
5   del Duca; e dopo, alcuni di nuovo et altri la seconda volta, tutti i fi-
    gliuoli del Duca, la signora donna Maria, grandissima fanciulla bel-
    lissima veramente, il prencipe don Francesco, il signor don Giovan-
    ni, don Garzìa e don Arnaldo, in più quadri, che tutti sono in guarda-
    roba di Sua Eccellenzia, insieme col ritratto di don Francesco di
10   Tolledo, della signora Maria madre del Duca, e d'Ercole Secondo
    duca di Ferrara, con altri molti.
    Fece anco in Palazzo quasi ne' medesimi tempi, due anni alla fila,
    per Carnovale, due scene e prospettive per comedie, che furono te-
    nute bellissime. Fece un quadro di singolare bellezza, che fu manda-
15   to in Francia al re Francesco, dentro al quale era una Venere ignuda
    con Cupido che la baciava, et il Piacere da un lato e il Giuoco con
    altri Amori, e dall'altro la Fraude, la Gelosia et altre passioni
    d'amore.
    Avendo fatto il signor Duca cominciare dal Puntormo i cartoni
20   de' panni d'arazzo di seta e d'oro per la Sala del Consiglio de' Dugen-
    to, e fattone fare due delle storie di Ioseffo Ebreo dal detto et uno al
    Salviati, diede ordine che il Bronzino facesse il resto. Onde ne con-
    dusse quattordici pezzi di quella perfezzione e bontà che sa chiun-
    che gli ha veduti. Ma perché questa era soverchia fatica al Bronzino,
25   che vi perdeva troppo tempo, si servì nella maggior parte di questi
    cartoni, facendo esso i disegni, di Raffaello dal Colle, pittore dal
    Borgo a San Sepolcro, che si portò ottimamente.
    Avendo poi fatto Giovanni Zanchini, dirimpetto alla cappella de'
    Dini in Santa Croce di Firenze, cioè nella facciata dinanzi, entrando
30   in chiesa per la porta del mezzo a man manca, una cappella molto
    ricca di conci, con sue sepolture di marmo, allogò la tavola al Bronzi-
    no, acciò vi facesse dentro un Cristo disceso al Limbo per trarne i
    Santi Padri. Messovi dunque mano, condusse Agnolo quell'opera con
    tutta quella possibile estrema diligenza che può mettere chi desidera
35   acquistar gloria in simigliante fatica. Onde vi sono ignudi bellissimi,
    maschi, femine, putti, vecchi e giovani, con diverse fattezze e attitu-
    dini d'uomini che vi sono ritratti molto naturali, fra ' quali è Iacopo
    Puntormo, Giovanbatista Gello, assai famoso Accademico fiorentino,
    e il Bacchiacca dipintore, del quale si è favellato di sopra. E fra le don-
40   ne vi ritrasse due nobili e veramente bellissime giovani fiorentine,
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