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don Francesco, loro figliuolo e prencipe di Fiorenza. E non andò |
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molto che ritrasse, sì come piacque a lei, un'altra volta la detta signora |
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Duchessa in vario modo dal primo, col signor don Giovanni suo fi- |
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gliuolo appresso. Ritrasse anche la Bia fanciulletta e figliuola naturale |
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del Duca; e dopo, alcuni di nuovo et altri la seconda volta, tutti i fi- |
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gliuoli del Duca, la signora donna Maria, grandissima fanciulla bel- |
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lissima veramente, il prencipe don Francesco, il signor don Giovan- |
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ni, don Garzìa e don Arnaldo, in più quadri, che tutti sono in guarda- |
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roba di Sua Eccellenzia, insieme col ritratto di don Francesco di |
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Tolledo, della signora Maria madre del Duca, e d'Ercole Secondo |
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duca di Ferrara, con altri molti. |
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Fece anco in Palazzo quasi ne' medesimi tempi, due anni alla fila, |
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per Carnovale, due scene e prospettive per comedie, che furono te- |
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nute bellissime. Fece un quadro di singolare bellezza, che fu manda- |
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to in Francia al re Francesco, dentro al quale era una Venere ignuda |
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con Cupido che la baciava, et il Piacere da un lato e il Giuoco con |
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altri Amori, e dall'altro la Fraude, la Gelosia et altre passioni |
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d'amore. |
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Avendo fatto il signor Duca cominciare dal Puntormo i cartoni |
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de' panni d'arazzo di seta e d'oro per la Sala del Consiglio de' Dugen- |
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to, e fattone fare due delle storie di Ioseffo Ebreo dal detto et uno al |
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Salviati, diede ordine che il Bronzino facesse il resto. Onde ne con- |
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dusse quattordici pezzi di quella perfezzione e bontà che sa chiun- |
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che gli ha veduti. Ma perché questa era soverchia fatica al Bronzino, |
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che vi perdeva troppo tempo, si servì nella maggior parte di questi |
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cartoni, facendo esso i disegni, di Raffaello dal Colle, pittore dal |
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Borgo a San Sepolcro, che si portò ottimamente. |
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Avendo poi fatto Giovanni Zanchini, dirimpetto alla cappella de' |
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Dini in Santa Croce di Firenze, cioè nella facciata dinanzi, entrando |
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in chiesa per la porta del mezzo a man manca, una cappella molto |
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ricca di conci, con sue sepolture di marmo, allogò la tavola al Bronzi- |
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no, acciò vi facesse dentro un Cristo disceso al Limbo per trarne i |
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Santi Padri. Messovi dunque mano, condusse Agnolo quell'opera con |
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tutta quella possibile estrema diligenza che può mettere chi desidera |
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acquistar gloria in simigliante fatica. Onde vi sono ignudi bellissimi, |
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maschi, femine, putti, vecchi e giovani, con diverse fattezze e attitu- |
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dini d'uomini che vi sono ritratti molto naturali, fra ' quali è Iacopo |
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Puntormo, Giovanbatista Gello, assai famoso Accademico fiorentino, |
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e il Bacchiacca dipintore, del quale si è favellato di sopra. E fra le don- |
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ne vi ritrasse due nobili e veramente bellissime giovani fiorentine, |