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Ora, ancorché in molti luoghi, ma però confusamente, si sia ragiona- |
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to dell'opere d'alcuni eccell[enti] pittori Fiamminghi e dei loro inta- |
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gli, non tacerò i nomi d'alcun'altri, poi che non ho potuto avere intera |
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notizia dell'opere, i quali sono stati in Italia - et io gl'ho conosciuti la |
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maggior parte - per apprendere la maniera italiana, parendomi che |
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così meriti la loro industria e fatica usata nelle nostre arti. |
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Lasciando adunque da parte Martino d'Olanda, Giovanni Eick |
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da Bruggia et Huberto suo fratello, che nel 1410 mise in luce l'inven- |
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zione e modo di colorire a olio, come altrove s'è detto, e lasciò molte |
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opere di sua mano in Guanto, in Ipri et in Bruggia, dove visse e morì |
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onoratamente, dico che dopo costoro seguitò Ruggieri Vander Vvei- |
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den di Bruselles, il quale fece molte opere in più luoghi, ma princi- |
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palmente nella sua patria, e nel palazzo de' Signori quattro tavole a |
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olio bellissime di cose pertinenti alla Iustizia. Di costui fu discepolo |
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Hausse, del quale abbiàn, come si disse, in Fiorenza, in un quadretto |
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piccolo che è in man del Duca, la Passione di Cristo. A costui suc- |
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cessero Lodovico da Lovano, Luven Fiammingo, Pietro Christa, |
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Giusto da Guanto, Ugo d'Anversa, et altri molti, i quali, perché mai |
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non uscirono di loro paese, tennero sempre la maniera fiamminga. |
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E se bene venne già in Italia Alberto Durero, del quale si è |
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parlato lungamente, egli tenne nondimeno sempre la sua medesima |
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maniera, se bene fu nelle teste massimamente pronto e vivace, come |
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è notissimo a tutta Europa. |
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Ma lasciando costoro et insieme con essi Luca d'Olanda et altri, |
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conobbi nel 1532 in Roma un Michele Cockisien, il quale attese assai |
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alla maniera italiana e condusse in quella città molte opere a fresco, e |
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particolarmente in Santa Maria de Anima due cappelle. Tornato poi |
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al paese e fattosi conoscere per valent'uomo, odo che fra l'altre opere |
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ritrasse al re Filippo di Spagna una tavola da una di Giovanni Eick |
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sudetto, che è in Guanto; nella quale ritratta, che fu portata in Ispa- |
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gna, è il trionfo dell' Agnus Dei. Studiò poco dopo in Roma Martino |
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Emskerck, buon maestro di figure e paesi, il quale ha fatto in Fiandra |
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molte pitture e molti disegni di stampe di rame, che sono state, come |
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s'è detto altrove, intagliate da Ieronimo Cocca, il quale conobbi in |
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Roma mentre io serviva il cardinale Ipolito de' Medici. E questi tutti |
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sono stati bellissimi inventori di storie e molto osservatori della ma- |
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niera italiana. Conobbi ancora in Napoli, e fu mio amicissimo, l'anno |
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1545, Giovanni di Calker, pittore fiammingo, molto raro, e tanto pra- |
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tico nella maniera d'Italia che le sue opere non erano conosciute per |
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mano di fiammingo. Ma costui morì giovane in Napoli, mentre si sperava |