Volume 6

Edizione Giuntina
    Pitti di Monte Oliveto, intendente e raro nella cosmografia et
    in molte scienzie e particolarmente nella pittura, fu donato a Luigi
    Guicciardini, che gl' era grande amico; le quali opere furono tenute
    egregie e mirabili. Et in questo tempo ancora abbozzò una statua
5   di marmo di San Matteo nell'Opera di Santa Maria del Fiore; la
    quale statua così abbozzata mostra la sua perfezzione et insegna agli
    scultori in che maniera si cavano le figure de' marmi senza che ven-
    ghino storpiate, per potere sempre guadagnare col giudizio levando
    del marmo et avervi da potersi ritrarre e mutare qualcosa, come ac-
10   cade, se bisognassi. Fece ancora di bronzo una Nostra Donna in un
    tondo, che lo gettò di bronzo a requisizione di certi mercatanti fian-
    dresi de' Moscheroni, persone nobilissime ne' paesi loro, che, paga-
    togli scudi cento, la mandassero in Fiandra.
    Venne volontà ad Agnolo Doni, cittadino fiorentino, amico suo,
15   sì come quello che molto si dilettava aver cose belle così d'antichi
    come di moderni artefici, d'avere alcuna cosa di Michelagnolo; per
    che gli cominciò un tondo di pittura, dentrovi una Nostra Donna,
    la quale, inginoc[c]hiata con amendua le gambe, ha in sulle braccia
    un putto e porgelo a Giuseppo che lo riceve; dove Michelagnolo fa
20   conoscere, nello svoltare della testa della madre di Cristo e nel tenere
    gli occhi fissi nella somma bellezza del Figliuolo, la maravigliosa sua
    contentezza e lo affetto del farne parte a quel santissimo vecchio, il
    quale con pari amore, tenerezza e reverenza lo piglia, come benissimo
    si scorge nel volto suo senza molto considerarlo. Né bastando questo
25   a Michelagnolo, per mostrare maggiormente l'arte sua essere gran-
    dissima, fece nel campo di questa opera molti ignudi, ap-
    poggiati, ritti et a sedere, e con tanta diligenza e pulitezza lavorò que-
    sta opera, che certamente delle sue pitture in tavola, ancora che poche
    sieno, è tenuta la più finita e la più bella opera che si truovi. Finita
30   che ella fu, la mandò a casa Agnolo, coperta, per un mandato insie-
    me con una poliz[z]a, e chiedeva settanta ducati per suo pagamento.
    Parve strano ad Agnolo, che era assegnata persona, spendere tanto
    in una pittura, se bene e' conoscesse che più valesse: e disse al mandato
- pagina 22 -

Edizione Torrentiniana
    Pitti ne cominciò uno altro, il quale da fra' Miniato Pitti di Monte
35   Oliveto, intendente in molte scienze e particularmente nella pittura, fu
    donato a Luigi Guicciardini, che gli era grande amico; le quali opere fu-
    rono tenute egregie e mirabili. Et in questo tempo ancora bozzò una statua
    di marmo di San Matteo nell'Opera di Santa Maria del Fiore.
- pagina 22 -
pagina precedentepagina successiva