Volume 6

Edizione Giuntina
    piace più, - disse il gonfalonieri - gli avete dato la vita». Così scese
    Michelagnolo, e lo avere contento quel signore, che se ne rise da sé
    Michelagnolo, avendo compassione a coloro che, per parere d'in-
    tendersi, non sanno quel che si dicano. Et egli, quando ella fu murata
5   e finita, la discoperse. E veramente che questa opera à tolto il grido
    a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine che elle si
    fussero; e si può dire che né 'l Marforio di Roma, né il Tevere o il
    Nilo di Belvedere, o i Giganti di Monte Cavallo, le sian simili in
    conto alcuno, con tanta misura e bellezza e con tanta bontà la finì
10   Michelagnolo; perché in essa sono contorni di gambe bellissime et
    appiccature e sveltezza di fianchi divine, né ma' più s'è veduto un
    posamento sì dolce né grazia che tal cosa pareggi, né piedi né mani
    né testa che a ogni suo membro di bontà, d'artificio e di parità né
    di disegno s'accordi tanto. E certo chi vede questa non dee curarsi
15   di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da
    qualsivoglia artefice.
    N'ebbe Michelagnolo da Pier Soderini per sua mercede scudi 400,
    e fu rizzata l'anno 1504. E per la fama che per questo acquistò nella
    scultura, fece al sopradetto gonfalonieri un Davit di bronzo bellissimo,
20   il quale egli mandò in Francia. Et ancora in questo tempo abbozzò
    e non finì due tondi di marmo, uno a Taddeo Taddei, oggi in casa
    sua, et a Bartolomeo Pitti ne cominciò un altro, il quale da fra' Miniato
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Edizione Torrentiniana
    quando ella fu murata e finita, la discoperse. E veramente che que-
    sta opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche
25   o latine che elle si fossero; e si può dire che né 'l Marforio di Roma, né il
    Tevere o 'l Nilo di Belvedere, né i Giganti di Monte Cavallo, le sian
    simil' in conto alcuno, con tanta misura e bellezza e con tanta bontà
    la finì Michelagnolo; perché in essa sono contorni di gambe bellissime et
    appiccature e sveltezza di fianchi divine, né mai più s'è veduto un posa-
30   mento sì dolce né grazia che tal cosa pareggi, né piedi né mani né testa
    che a ogni suo membro di bontà, d'artificio e di parità né di disegno s'ac-
    cordi tanto. E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera
    di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qualsivoglia artefice.
    N'ebbe Michelagnolo da Pier Soderini per sua mercede scudi DCCC, e
35   fu rizzata l'anno MDIIII. E per la fama che per questo acquistò nella scul-
    tura, fece al sopradetto gonfalonieri un David di bronzo bellissimo, il quale
    egli mandò in Francia. Et ancora in questo tempo abbozzò e non finì
    due tondi di marmo, uno a Taddeo Taddei, oggi in casa sua, et a Bartolomeo
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