Volume 6

Edizione Giuntina
    la quale dicono essere più simile alla vera effigie del Salvatore
    che alcun'altra che sia. Fece don Giulio al detto signor Duca un Cru-
    cifisso con la Madalena a' piedi, che è cosa maravigliosa, et un qua-
    dro piccolo d'una Pietà, del quale abbiamo il disegno nel nostro Li-
5   bro, insieme con un altro, pure di mano di don Giulio, d'una Nostra
    Donna ritta col Figliuolo in collo, vestita all'ebrea, con un coro d'An-
    geli intorno e molte anime nude in atto di raccomandarsi.
    Per tornare al signor Duca, egli ha sempre molto amato la virtù
    di don Giulio e cercato d'avere delle sue opere; e se non fusse stato
10   il rispetto che ha avuto a Farnese, non l'arebbe lasciato da sé partire,
    quando stette, come ho detto, alcuni mesi al suo servizio in Firenze.
    Ha dunque il Duca, oltre le cose dette, un quadretto di mano di don
    Giulio, dentro al quale è Ganimede portato in cielo da Giove con-
    verso in aquila: il quale fu ritratto da quello che già disegnò Miche-
15   lagnolo, il quale è oggi appresso Tomaso de' Cavalieri, come s'è
    detto altrove. Ha similmente il Duca nel suo scrittoio un San Gio-
    vanni Batista che siede sopra un sasso, et alcuni ritratti di mano del
    medesimo, che sono mirabili. Fece già don Giulio un quadro d'una
    Pietà, con le Marie et altre figure attorno, alla marchesana di Pescara,
20   et un altro simile in tutto al cardinale Farnese, che lo mandò all'im-
    peratrice, che è oggi moglie di Massimiliano e sorella del re Filippo.
    Et un altro quadretto di mano del medesimo mandò a Sua Maestà
    Cesarea, dentro al quale è in un paesotto bellissimo San Giorgio che
    amazza il serpente, fatto con estrema diligenza. Ma fu passato questo
25   di bellezza e di disegno da un quadro maggiore che don Giulio fece a
    un gentiluomo spagnuolo, nel quale è Traiano imperatore, secondo
    che si vede nelle medaglie, e col rovescio della provincia di Giudea;
    il quale quadro fu mandato al sopradetto Massimiliano, oggi impe-
    ratore.
30   Al detto cardinale Farnese ha fatto due altri quadretti: in uno è
    Gesù Cristo ignudo con la croce in mano, e nell'altro è il medesimo,
    menato da' Giudei et accompagnato da una infinità di popoli al
    Monte Calvario, con la croce in ispalla, e dietro la Nostra Donna e
    l'altre Marie in atti graziosi e da muovere a pietà un cuor di sasso. Et
35   in due carte grandi, per un Messale, ha fatto allo stesso cardinale
    Gesù Cristo che ammaestra nella dottrina del santo Evangelio gl'Apo-
    stoli, e nell'altra il Giudizio universale, tanto bello, anzi ammirabile
    e stupendo, che io mi confondo a pensarlo, e tengo per fermo che non
    si possa, non dico fare, ma vedere né imaginarsi per minio cosa più
40   bella. È gran cosa che in molte di queste opere, e massimamente nel
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