Volume 6

Edizione Giuntina
    storpiato e guasto, e non era in alcuni luoghi tanto che alla volontà
    di Michelagnolo bastasse per quel che averebbe voluto fare: egli fece
    che rimasero in esso delle prime scarpellate di maestro Simone nella
    estremità del marmo, delle quali ancora se ne vede alcuna. E certo
5   fu miracolo quello di Michelagnolo, far risucitare uno che era morto.
    Era questa statua, quando finita fu, ridotta in tal termine che varie
    furono le dispute che si fecero per condurla in Piazza de' Signori.
    Per che Giuliano da S. Gallo et Antonio suo fratello fecero un ca-
    stello di legname fortissimo, e quella figura con i canapi sospesero
10   a quello, acciò che scotendosi non si troncasse, anzi venisse crollan-
    dosi sempre; e con le travi per terra piane con argani la tirorono e
    la missero in opera. Fece un cappio al canapo che teneva sospesa
    la figura, facilissimo a scorrere, e stringeva quanto il peso l'agravava,
    che è cosa bellissima et ingegnosa, che l'ho nel nostro Libro dise-
15   gnato di man sua, che è mirabile, sicuro e forte per legar pesi.
    Nacque in questo mentre che, vistolo sù Pier Soderini, il quale,
    piaciutogli assai, et in quel mentre che lo ritoccava in certi luoghi,
    disse a Michelagnolo che gli pareva che il naso di quella figura fussi
    grosso. Michelagnolo, accortosi che era sotto al Gigante il gonfalo-
20   nieri e che la vista non lo lasciava scorgere il vero, per satisfarlo
    salì in sul ponte che era accanto alle spalle; e preso Miche-
    lagnolo con prestezza uno scarpello nella man manca con un poco
    di polvere di marmo che era sopra le tavole del ponte, e cominciato
    a gettare leggieri con gli scarpegli, lasciava cadere a poco a poco la
25   polvere, né toccò il naso da quel che era. Poi guardato a basso al
    gonfalonieri, che stava a vedere, disse: «Guardatelo ora ». «A me mi
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Edizione Torrentiniana
    lo condusse. E perché il marmo, già da maestro Simone stor-
    piato e guasto, non era in alcuni luoghi tanto ch'alla volontà di Michele
    Agnolo bastasse per quel che averebbe voluto fare, egli fece che rimasero
30   in esso delle prime scarpellate di maestro Simone nella estremità del mar-
    mo, delle quali ancora se ne vede alcuna. E certo fu miracolo quello di
    Michele Agnolo, far risuscitare uno ch'era tenuto per morto.
    Era questa statua, quando finita fu, ridotta in tal termine che varie
    furono le dispute che si fecero per condurla in Piazza de' Signori. Per
35   che Giuliano da San Gallo et Antonio suo fratello fecero un castello di
    legname fortissimo, e quella figura coi canapi sospesero a quello, acciò
    che scotendosi non si troncasse, anzi venisse crollandosi sempre; e con le
    travi per terra piane con argani la tirorono e la misero in opra, et egli,
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