Volume 6

Edizione Giuntina
    alla Certosa di Pavia, e particolarmente nel sepolcro del conte di
    Virtù e nella facciata della chiesa. Da costui imparò l'arte un suo ni-
    pote, chiamato Guglielmo, il quale in Milano attese con molto studio
    a ritrarre le cose di Lionardo da Vinci, circa l'anno 1530, che gli fece-
5   ro grandissimo giovamento. Per che andato con Giovan Iacomo a
    Genova, quando l'anno 1531 fu chiamato là a fare la sepoltura di San
    Giovanni Batista, attese al disegno con gran studio sotto Perino del
    Vaga; e non lasciando per ciò la scultura, fece uno dei sedici piedi-
    stalli che sono in detto sepolcro. Laonde, veduto che si portava benis-
10   simo, gli furono fatti fare tutti gl'altri. Dopo condusse due Angeli di
    marmo che sono nella Compagnia di San Giovanni. Et al vescovo di
    Servega fece due ritratti di marmo et un Moisè maggiore del vivo, il
    quale fu posto nella chiesa di San Lorenzo. Et appresso, fatta che eb-
    be una Cerere di marmo, che fu posta sopra la porta della casa d'An-
15   saldo Grimaldi, fece sopra la porta della Cazzuola di quella città una
    statua di Santa Caterina grande quanto il naturale; e dopo le tre Gra-
    zie con quattro putti di marmo, che furono mandati in Fiandra al
    gran scudiero di Carlo Quinto imperatore, insieme con un'altra Cere-
    re grande quanto il vivo. Avendo Guglielmo in sei anni fatte que-
20   st'opere, l'anno 1537 si condusse a Roma, dove da Giovan Iacomo
    suo zio fu molto raccomandato a fra' Bastiano pittore viniziano, suo
    amico, acciò esso il raccomandassi, come fece, a Michelagnolo Buo-
    narruoti; il quale Michelagnolo veggendo Guglielmo fiero e molto
    assiduo alle fatiche, cominciò a porgli affezione, e innanzi a ogni altra
25   cosa gli fece restaurare alcune cose antiche in casa Farnese; nelle quali
    si portò di maniera che Michelagnolo lo mise al servigio del Papa, es-
    sendosi anco avuto prima saggio di lui in una sepoltura che avea con-
    dotta dalle Botteghe Oscure, per la più parte di metallo, al vescovo
    Sulisse, con molte figure e storie di basso rilievo, cioè le Virtù cardi-
30   nali et altre fatte con molta grazia: et oltre a quelle la figura di esso ve-
    scovo, che poi andò a Salamanca in Ispagna.
    Mentre dunque Guglielmo andava restaurando le statue, che sono
    oggi nel palazzo de' Farnesi nella loggia che è dinanzi alla sala di so-
    pra, morì, l'anno 1547, fra' Bastiano Viniziano, che lavorava, come s'è
35   detto, l'uffizio del Piombo; onde tanto operò Guglielmo col favore di
    Michelagnolo e d'altri col Papa, che ebbe il detto uffizio del Piombo,
    con carico di fare la sepoltura di esso papa Paulo Terzo da porsi in
    San Piero; dove con miglior disegno s'accomodò nel modello delle
    storie e figure delle Virtù teologiche e cardinali, che aveva
40   fatto per lo detto vescovo Sulisse, mettendo in su' canti quattro putti
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