Volume 6

Edizione Giuntina
    a Milano a godere la sua casa aureliana e l'altre fatiche del suo
    eccellente padre, amorevolissimo di tutti gl'uomini virtuosi.
    E per dir ora alcuna cosa delle medaglie e de' conii d'acciaio con che
    si fanno, io credo che si possa con verità affermare i moderni ingegni
5   avere operato quanto già facessero gl'antichi Romani nella bontà delle
    figure, e che nelle lettere et altre parti gl'abbiano superato. Il che si
    può vedere chiaramente, oltre molti altri, in 12 rovesci che ha fatto
    ultimamente Pietro Paulo Galeotti nelle medaglie del duca Cosimo.
    E sono questi: Pisa, quasi tornata nel suo primo essere per opera del
10   Duca, avendole egli asciutto il paese intorno e seccati i luoghi padu-
    losi e fattole altri assai miglioramenti; l'acque condotte in Firenze
    da luoghi diversi; la fabrica de' Magistrati, ornata e magnifica per co-
    modità publica; l'unione degli Stati di Fiorenza e Siena; l'edificazio-
    ne d'una città e dua fortezze nell'Elba; la colonna condotta da Roma
15   e posta in Fiorenza in sulla piazza di Santa Trinita; la conservazione,
    fine et augumentazione della Libreria di San Lorenzo per utilità
    publica; la fondazione de' Cavalieri di Santo Stefano; la rinunzia del
    governo al Principe; le fortificazioni dello Stato; la milizia, overo
    bande del suo Stato; il palazzo de' Pitti, con giardini, acque e fabrica,
20   condotto sì magnifico e regio. De' quali rovesci non metto qui né le
    lettere che hanno atorno né la dichiarazion loro, avendo a trattarne in
    altro luogo. I quali tutti dodici rovesci sono belli affatto e condotti con
    molta grazia e diligenza, come è anco la testa del Duca, che è di tutta
    bellezza; parimente i lavori e medaglie di stucchi, come ho detto altra
25   volta, si fanno oggi di tutta perfezzione. Et ultimamente Mario Capo-
    caccia anconetano ha fatti di stucchi di colore, in scatolette, ritratti e
    teste veramente bellissime, come sono un ritratto di papa Pio Quinto,
    ch'io vidi non ha molto, e quello del cardinale Alessandrino.
    Ho veduto anco di mano de' figliuoli di Pulidoro, pittore perugino, ri-
30   tratti della medesima sorte, bellissimi.
    Ma per tornare a Milano, riveggendo io un anno fa le cose del
    Gobbo scultore, del quale altrove si è ragionato, non viddi cosa che
    fussi se non ordinaria, eccetto un Adamo et Eva, una Iudith et una
    Santa Elena di marmo che sono intorno al Duomo, con altre statue
35   di due morti, fatte per Lodovico detto il Moro e Beatrice sua moglie,
    le quali dovevano essere poste a un sepolcro di mano di Giovan Iaco-
    mo dalla Porta, scultore et architetto del Duomo di Milano, il quale
    lavorò nella sua giovanezza molte cose sotto il detto Gobbo; e le so-
    pradette, che dovevano andare al detto sepolcro, sono condotte con
40   molta pulitezza. Il medesimo Giovan Iacomo ha fatto molte bell'opere
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