Volume 6

Edizione Giuntina
    per vendetta, lasciandovi scritto queste parole: Velà, fole Maria ; dico
    per vendetta, perciò che essa reina pochi anni innanzi aveva fatto a
    lui il medesimo. Comunche fusse, l'opera di detta galleria non andò
    innanzi, e le dette statue sono oggi parte in palazzo del re Catolico a
5   Madril e parte in Alicante, porto di mare: donde le voleva Sua Mae-
    stà far porre in Granata, dove sono le sepolture di tutti i re di Spagna.
    Nel tornare Lione di Spagna se ne portò due mila scudi con-
    tanti, oltre a molti altri doni e favori che gli furono fatti in quella
    corte.
10   Ha fatto Lione al duca d'Alva la testa di lui, quella di Carlo Quinto
    e quella del re Filippo. Al reverendissimo d'Aras, oggi gran cardinale,
    detto Granvela, ha fatto alcuni pezzi di bronzo in forma ovale di brac-
    cia due l'uno, con ricchi partimenti e mezze statue dentrovi; in uno è
    Carlo Quinto, in un altro il re Filippo, e nel terzo esso cardinale, ri-
15   tratti di naturale: e tutte hanno imbasamenti di figurette graziosissi-
    me. Al signor Vespasiano Gonzaga ha fatto sopra un gran busto di
    bronzo il ritratto d'Alva, il quale ha posto nelle sue case a Sabbioneto.
    Al signor Cesare Gonzaga ha fatto, pur di metallo, una statua di
    quattro braccia, che ha sotto un'altra figura che è aviticchiata con
20   un'Idra, per figurare don Ferrante suo padre, il quale con la sua virtù
    e valore superò il vizio e l'invidia che avevano cercato porlo in di-
    sgrazia di Carlo per le cose del governo di Milano. Questa statua, che
    è togata, e parte armata all'antica e parte alla moderna, deve essere por-
    tata e posta a Guastalla per memoria di esso don Ferrante, capitano
25   valorosissimo. Il medesimo ha fatto, come s'è detto in altro luogo, la
    sepoltura del signore Giovanni Iacopo Medici, marchese di Mari-
    gnano, fratello di papa Pio Quarto, che è posta nel Duomo di Milano,
    lunga ventotto palmi incirca et alta quaranta. Questa è tutta di mar-
    mo di Carrara et ornata di quattro colonne: due nere e bianche, che
30   come cosa rara furono dal Papa mandate da Roma a Milano, e due
    altre maggiori, che sono di pietra macchiata, simile al diaspro; le
    quali tutte e quattro sono concordate sotto una medesima cornice
    con artifizio non più usato, come volle quel Pontefice, che fece fa-
    re il tutto con ordine di Michelagnolo, eccetto però le cinque figure
35   di bronzo che vi sono di mano di Lione. La prima delle quali, mag-
    giore di tutte, è la statua di esso Marchese, in piedi e maggiore del
    vivo, che ha nella destra il bastone del generalato, e l'altra sopra un
    elmo che è in sur un tronco molto riccamente ornato. Alla sinistra di
    questa è una statua minore, per la Pace, et alla destra un'altra fatta
40   per la Virtù militare; e queste sono a sedere et in aspetto tutte meste
- pagina 202 -
pagina precedentepagina successiva