Volume 6

Edizione Giuntina
   
DI LIONE LIONI ARETINO
   
E D'ALTRI SCULTORI ET ARCHITETTI.
    Perché quello che si è detto sparsamente di sopra del cavalier Lione,
    scultore aretino, si è detto incidentemente, non fia se non bene che
5   qui si ragioni con ordine dell'opere sue, degne veramente di essere
    celebrate e di passare alla memoria degl'uomini. Costui dunque,
    avendo a principio atteso all'orefice e fatto in sua giovanezza molte
    bell'opere, e particolarmente ritratti di naturale in conii d'acciaio per
    medaglie, divenne in pochi anni in modo eccellente, che venne in co-
10   gnizione di molti principi e grand'uomini, et in particolare di Carlo
    Quinto imperatore, dal quale fu messo, conosciuta la sua virtù, in
    opere di maggiore importanza che le medaglie non sono. Con ciò sia
    che fece, non molto dopo che venne in cognizione di Sua Maestà, la
    statua di esso imperatore tutta tonda, di bronzo, maggiore del vivo,
15   e quella poi con due gusci sottilissimi vestì d'una molto gentile arma-
    tura, che se gli lieva e veste facilmente, e con tanta grazia che chi la
    vede vestita non s'accorge e non può quasi credere ch'ella sia ignuda,
    e quando è nuda niuno crederebbe agevolmente ch'ella potesse così
    bene armarsi già mai. Questa statua posa la gamba sinistra, e con la de-
20   stra calca il Furore, il quale è una statua a giacere, incatenata, con la
    face e con arme sotto di varie sorti. Nella base di quest'opera, la quale
    è oggi in Madril, sono scritte queste parole: CAESARIS VIRTUTE FUROR
    DOMITUS . Fece dopo queste statue Lione un conio grande per stam-
    pare medaglie di Sua Maestà, con il rovescio de' Giganti fulminati da
25   Giove. Per le quali opere donò l'imperatore a Lione un'entrata di cen-
    to cinquanta ducati l'anno in sulla Zecca di Milano, una comodissi-
    ma casa nella contrada de' Moroni, e lo fece cavaliere e di sua famiglia
    con dargli molti privilegii di nobiltà per i suoi descendenti. E mentre
    stette Lione con sua Maestà in Bruselles, ebbe le stanze nel proprio
30   palazzo dell'imperatore, che talvolta per diporto l'andava a vedere la-
    vorare. Fece non molto dopo di marmo un'altra statua pur dell'im-
    peratore, e quelle dell'imperatrice, del re Filippo, et un busto dell'i-
    stesso imperatore da porsi in alto in mezzo a due quadri di bronzo.
    Fece similmente di bronzo la testa della reina Maria, quella di Ferdi-
35   nando, allora re de' Romani, e di Massimiliano suo figliuolo, oggi im-
    peratore, quella della reina Leonora e molti altri, che furono poste
    nella galleria del palazzo di Bindisi da essa reina Maria che le fé fare.
    Ma non vi stettono molto, perché Enrico re di Francia vi apiccò fuoco
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