Volume 6

Edizione Giuntina
    buono e molto lodato poeta, come l'opere sue ne dimostrano aperta-
    mente, onde ha sempre praticato et avuto stretta amicizia con i mag-
    giori uomini e più virtuosi dell'età nostra; e di ciò anco sia
    argomento questa detta opera, da lui stata fatta molto poeticamente.
5   È di mano del Danese nel cortile della Zecca di Vinezia, sopra l'orna-
    mento del pozzo, la statua del Sole ignuda, in cambio della quale vi
    volevano que' Signori una Iustizia: ma il Danese considerò che in quel
    luogo il Sole è più a proposito. Questa ha una verga d'oro nella mano
    manca et uno scetro nella destra, a sommo al quale fece un occhio, et i
10   razzi solari attorno alla testa, e sopra la palla del mondo, circondata
    dalla serpe che si tiene in bocca la coda, con alcuni monticelli d'oro
    per detta palla, generati da lui. Arebbevi voluto fare il Danese due al-
    tre statue, e quella della Luna per l'argento e quella del Sole per l'oro,
    et un'altra per lo rame: ma bastò a que' Signori che vi fusse quella
15   dell'oro, come del più perfetto di tutti gl'altri metalli.
    Ha cominciato il medesimo Danese un'altra opera in memoria del
    principe Loredano, doge di Vinezia, nella quale si spera che di gran
    lunga abbia a passare d'invenzione e capriccio tutte l'altre sue cose;
    la quale opera deve essere posta nella chiesa di San Giovanni e Polo
20   di Vinezia. Ma perché costui vive e va tuttavia lavorando a benefizio
    del mondo e dell'arte, non dirò altro di lui né d'altri discepoli del San-
    sovino. Non lascerò già di dire brevemente d'alcuni altri eccellenti
    artefici scultori e pittori di quelle parti di Vinezia, con l'occasione dei
    sopradetti, per porre fine a ragionare di loro in questa Vita del San-
25   sovino.
    Ha dunque avuto Vicenza in diversi tempi ancor essa scultori,
    pittori et architetti, d'una parte de' quali si fece memoria nella Vita
    di Vittore Scarpaccia, e massimamente di quei che fiorirono al tempo
    del Mantegna e che da lui impararono a disegnare: come furono Bar-
30   tolomeo Montagna, Francesco Veruzio e Giovanni Speranza pittori,
    di mano de' quali sono molte pitture sparse per Vicenza. Ora nella
    medesima città sono molte sculture di mano d'un Giovanni intaglia-
    tore et architetto, che sono ragionevoli, ancorché la sua propria pro-
    fessione sia stata di fare ottimamente fogliami et animali, come an-
35   cora fa, se bene è vecchio. Parimente Girolamo Pironi vicentino ha
    fatto in molti luoghi della sua città opere lodevoli di scultura e pittura.
    Ma fra tutti i Vicentini merita di essere sommamente lodato Andrea
    Palladio architetto, per essere uomo di singolare ingegno e giudizio,
    come ne dimostrano molte opere fatte nella sua patria e altrove, e par-
40   ticolarmente la fabrica del palazzo della Comunità, che è molto lodata,
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