Volume 6

Edizione Giuntina
    col Fanciullo in braccio et a' piedi San Giovannino, che sono figure
    tutte e tre di sì bella forma, attitudine e maniera, che possono stare
    fra tutte l'altre statue moderne belle che sono in Venezia; la quale
    opera è posta nella chiesa di San Bastiano. E una testa di Carlo Quin-
5   to imperatore, la quale fece costui di marmo dal mezzo in su, è stata
    tenuta cosa maravigliosa e fu molto grata a Sua Maestà. Ma perché
    Tommaso si è dilettato più tosto di lavorare di stucco che di marmo
    o bronzo, sono di sua mano infinite bellissime figure et opere fatte da
    lui di cotal materia in casa diversi gentiluomini di Vinezia; e questo
10   basti avere detto di lui.
    Finalmente, de' Lombardi ci resta a far memoria di Iacopo Bre-
    sciano, giovane di 24 anni, che s'è partito, non è molto, dal Sansovino,
    e il quale ha dato saggio a Vinezia, in molti anni che v'è stato, di es-
    sere ingegnoso e di dovere riuscire eccellente, come poi è riuscito
15   nell'opere che ha fatto in Brescia sua patria, e particolarmente nel pa-
    lazzo publico: ma, se studia e vive, si vedranno anco di sua mano
    cose maggiori e migliori, essendo spiritoso e di bellissimo ingegno.
    De' nostri toscani è stato discepolo del Sansovino Bartolomeo
    Amannati fiorentino, del quale in molti luoghi di quest'opera s'è
20   già fatto memoria. Costui, dico, lavorò sotto il Sansovino in Vinezia,
    e poi in Padova per messer Marco da Mantova, eccellentissimo dottore
    di medicina, in casa del quale fece un grandissimo Gigante
    nel suo cortile di un pezzo di pietra e la sua sepoltura con molte sta-
    tue. Dopo, venuto l'Amannato a Roma l'anno 1550, gli furono allo-
25   gate da Giorgio Vasari quattro statue di braccia quattro l'una, di
    marmo, per la sepoltura del cardinale de' Monti vecchio, la quale
    papa Iulio Terzo aveva allogata a esso Giorgio nella chiesa di San
    Pietro a Montorio, come si dirà; le quali statue furono tenute molto
    belle. Per che, avendogli il Vasari posto amore, lo fece conoscere al
30   detto Iulio Terzo; il quale, avendo ordinato quello fusse da fare, lo
    fece mettere in opera, e così ambidue, cioè il Vasari e l'Amannato,
    per un pezzo lavorarono insieme alla Vigna. Ma non molto dopo
    che il Vasari fu venuto a servire il duca Cosimo a Fiorenza, essendo
    morto il detto Papa, l'Amannato, che si trovava senza lavoro et in
35   Roma da quel Pontefice essere male stato sodisfatto delle sue fatiche,
    scrisse al Vasari, pregandolo che, come l'aveva aiutato in Roma, così
    volesse aiutarlo in Fiorenza appresso al Duca. Onde el Vasari adope-
    randosi in ciò caldamente, lo condusse al servizio di Sua Eccell[enza],
    per cui ha molte statue di marmo e di bronzo, che ancora non sono in
40   opera, lavorate. Per lo giardino di Castello ha fatto due figure di bronzo
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