Volume 6

Edizione Giuntina
    Costui fece in Vinezia nella chiesa di San Salvadore un San Girolamo
    di marmo ignudo, che si vede ancora in una nicchia intorno all'orga-
    no, che fu bella figura e molto lodata; et a Santa Croce della Giudec-
    ca fece un Cristo, pure ignudo, di marmo, che mostra le piaghe, con
5   bello artifizio; e parimente a San Giovanni Nuovo tre figure: Santa
    Dorotea, Santa Lucia e Santa Caterina; et in Santa Marina si vede di
    sua mano un cavallo con un capitano armato sopra; le quali opere
    possono stare al pari con quante ne sono in Vinezia. In Padova, nella
    chiesa di Santo Antonio, fece di stucco detto Santo e San Bernardino
10   vestiti. Della medesima materia fece a messer Luigi Cornaro una Mi-
    nerva, una Venere et una Diana, maggiori del naturale e tutte tonde;
    di marmo un Mercurio, e di terra cotta un Marzio ignudo e giovinet-
    to, che si cava una spina d'un pič, anzi, mostrando averla cavata, tiene
    con una mano il pič, guardando la ferita, e con l'altra pare che voglia
15   nettare la ferita con un panno: la quale opera, perché č la migliore che
    mai facesse costui, disegna il detto messer Luigi farla gettare di bron-
    zo. Al medesimo fece un altro Mercurio di pietra, il quale fu poi do-
    nato al duca Federigo di Mantova.
    Fu parimente discepolo del Sansovino Tiziano da Padova, scultore,
20   il quale nella loggia del campanile di San Marco di Vinezia scolpė di
    marmo alcune figurette; e nella chiesa del medesimo San Marco si
    vede pur da lui scolpito e gettato di bronzo un bello e gran coperchio
    di pila di bronzo nella cappella di San Giovanni. Aveva costui fatto la
    statua d'un San Giovanni, nel quale sono i quattro Evangelisti e
25   quattro storie di San Giovanni, con bello artifizio, per gettarla di
    bronzo: ma morendosi d'anni trentacinque, rimase il mondo privo
    d'un eccell[ente] e valoroso artefice. Č di mano di costui la volta della
    cappella di Santo Antonino da Padova, con molto ricco partimento di
    stucco. Aveva cominciato per la medesima un serraglio di cinque
30   archi di bronzo, che erano pieni di storie di quel Santo, con altre
    figure di mezzo e basso rilievo: ma rimase anco questo per la sua
    morte imperfetto e per discordia di coloro che avevano cura di farla
    fare; e n'erano giā stati gettati molti pezzi che riuscivano bellissimi,
    e fatte le cere per molti altri, quando costui si morė e rimase per le
35   dette cagioni ogni cosa adietro. Il medesimo Tiziano, quando il Vasari
    fece il giā detto apparato per i signori della Compagnia della Calza in
    Canareio, fece in quello alcune statue di terra e molti termini, e fu
    molte volte adoperato in ornamenti di scene, teatri, archi et altre cose
    simili, con suo molto onore, avendo fatto cose tutte piene d'invenzio-
40   ni, capricci e varietā, e sopra tutto con molta prestezza.
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