Volume 6

Edizione Giuntina
    sette braccia lungo, che fu cosa di straordinaria bellezza.
    Oltre alle dette cose e molte altre di minor pregio che ha fatte que-
    st'uomo, e si lasciano per brevità, ha in casa l'infrascritte abbozzate e
    cominciate. Il martirio di San Lorenzo, simile al sopradetto, il quale
5   disegna mandare al re Catolico; una gran tela, dentro la quale è Cri-
    sto in croce con i ladroni et i crucifissori a basso, la quale fa per
    messer Giovanni D'Anna; et un quadro, che fu cominciato per il doge
    Grimani, padre del patriarca d'Aquilea; e per la sala del palazzo
    grande di Brescia ha dato principio a tre quadri grandi, che vanno
10   negl'ornamenti del palco, come s'è detto ragionando di Cristofano e
    d'un suo fratello, pittori bresciani. Cominciò anco, molti anni sono,
    per Alfonso Primo duca di Ferrara, un quadro d'una giovane ignuda
    che s'inchina a Minerva, con un'altra figura a canto, et un mare,
    dove nel lontano è un Nettunno in mezzo sopra il suo carro: ma per la
15   morte di quel signore, per cui si faceva quest'opera a suo capriccio,
    non fu finita e si rimase a Tiziano. Ha anco condotto a buon termine,
    ma non finito, un quadro dove Cristo appare a Maria Madalena nel-
    l'orto in forma d'ortolano, di figure quanto il naturale; e così un
    altro di simile grandezza, dove, presente la Madonna e l'altre Marie,
20   Cristo morto si ripone nel sepolcro; et un quadro parimente d'una
    Nostra Donna, che è delle buone cose che siano in quella casa; e,
    come s'è detto, un suo ritratto, che da lui fu finito quattro anni sono,
    molto bello e naturale; e finalmente un San Paulo che legge, mezza
    figura, che pare quello stesso ripieno di Spirito Santo. Queste, dico,
25   tutte opere ha condotto, con altre molte che si tacciono per non fa-
    stidire, infino alla sua età di circa settanta sei anni.
    È stato Tiziano sanissimo e fortunato quant'alcun altro suo pari sia
    stato ancor mai, e non ha mai avuto dai cieli se non favori e felicità.
    Nella sua casa di Vinezia sono stati quanti principi, letterati e galan-
30   tuomini sono al suo tempo andati o stati a Vinezia, perché egli, oltre
    all'eccellenza dell'arte, è stato gentilissimo, di bella creanza e dol-
    cissimi costumi e maniere. Ha avuto in Vinezia alcuni concorrenti,
    ma di non molto valore, onde gl'ha superati agevolmente coll'ec-
    cellenza dell'arte, e sapere trattenersi e farsi grato ai gentiluomini.
35   Ha guadagnato assai, perché le sue opere gli sono state benissimo
    pagate: ma sarebbe stato ben fatto che in questi suoi ultimi anni non
    avesse lavorato se non per passatempo, per non scemarsi coll'opere
    manco buone la riputazione guadagnatasi negl'anni migliori e quando
    la natura per la sua declinazione non tendeva all'imperfetto.
40   Quando il Vasari, scrittore della presente storia, fu l'anno 1566 a
- pagina 169 -
pagina precedentepagina successiva