Volume 6

Edizione Giuntina
    fece, dopo le dette opere, in un quadro, Cristo con la croce in spalla
    e con una corda al collo tirata da un Ebreo; la qual figura, che hanno
    molti creduta sia di mano di Giorgione, è oggi la maggior divozione
    di Vinezia, et ha avuto di limosine più scudi che non hanno in tutta
5   la loro vita guadagnato Tiziano e Giorgione.
    Dopo, essendo chiamato a Roma dal Bembo, che allora era secre-
    tario di papa Leone X, et il quale aveva già ritratto, acciò che vedesse
    Roma, Raffaello da Urbino et altri, andò tanto menando Tiziano la
    cosa d'oggi in domani, che, morto Leone e Raffaello l'anno 1520, non
10   v'andò altrimenti. Fece per la chiesa di Santa Maria Maggiore in un
    quadro un San Giovanni Batista nel deserto fra certi sassi, un An-
    gelo che par vivo, e un pezzetto di paese lontano, con alcuni alberi
    sopra la riva d'un fiume, molto graziosi. Ritrasse di naturale il princi-
    pe Grimani et il Loredano, che furono tenuti mirabili; e non molto
15   dopo il re Francesco, quando partì d'Italia per tornare in Francia. E
    l'anno che fu creato doge Andrea Gritti fece Tiziano il suo
    ritratto, che fu cosa rarissima, in un quadro dove è la Nostra Donna,
    San Marco, e Santo Andrea col volto del detto Doge; il qual quadro,
    che è cosa maravigliosissima, è nella sala del Collegio. E perché aveva,
20   come s'è detto, obligo di ciò fare, ha ritratto, oltre i sopradetti, gl'altri
    Dogi che sono stati secondo i tempi: Pietro Lando, Francesco Do-
    nato, Marcantonio Trevisano et il Veniero. Ma dai due Dogi e fra-
    telli Pauli è stato finalmente assoluto, come vecchissimo, da cotale
    obligo.
25   Essendo innanzi al Sacco di Roma andato a stare a Vinezia Pietro
    Aretino, poeta celeberrimo de' tempi nostri, divenne amicissimo di
    Tiziano e del Sansovino: il che fu di molto onore e utile a esso Ti-
    ziano, perciò che lo fece conoscere tanto lontano quanto si distese la
    sua penna, e massimamente a prìncipi d'importanza, come si dirà a
30   suo luogo. Intanto, per tornare all'opere di Tiziano, egli fece la ta-
    vola all'altare di San Piero Martire nella chiesa di San Giovanni e
    Polo, facendovi maggior del vivo il detto Santo martire dentro a una
    boscaglia d'alberi grandissimi, cascato in terra et assalito dalla fie-
    rezza d'un soldato, che l'ha in modo ferito nella testa che, essendo
35   semivivo, se gli vede nel viso l'orrore della morte: mentre in un altro
    frate, che va innanzi fuggendo, si scorge lo spavento e timore della
    morte. In aria sono due Angeli nudi, che vengono da un lampo di
    cielo, il quale dà lume al paese, che è bellissimo, et a tutta l'opera in-
    sieme; la quale è la più compiuta, la più celebrata e la maggiore e
40   meglio intesa e condotta che altra la quale in tutta la sua vita Tiziano
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