Volume 6

Edizione Giuntina
    Bellezza intorno, che sono molto belle figure e condotte con incredi-
    bile diligenza. Similmente nella porta d'un armario dipinse Tiziano
    dal mezzo in su una testa di Cristo, maravigliosa e stupenda, a cui un
    villano ebreo mostra la moneta di Cesare. La quale testa et
5   altre pitture di detto camerino affermano i nostri migliori artefici che
    sono le migliori e meglio condotte che abbia mai fatto Tiziano: e nel
    vero sono rarissime. Onde meritò essere liberalissimamente ricono-
    sciuto e premiato da quel signore, il quale ritrasse ottimamente con
    un braccio sopra un gran pezzo d'artiglieria. Similmente ritrasse la
10   signora Laura, che fu poi moglie di quel Duca, che è opera stupenda.
    E di vero hanno gran forza i doni in coloro che s'affaticano per la vir-
    tù, quando sono sollevati dalle liberalità de' principi.
    Fece in quel tempo Tiziano amicizia con il divino messer Lodovico
    Ariosto, e fu da lui conosciuto per eccellentissimo pittore, e celebrato
15   nel suo Orlando Furioso:
    . . . e Tizian che onora
    Non men Cador che quei Vinezia e Urbino.
    Tornato poi Tiziano a Vinezia, fece per lo suocero di Giovanni da
    Castel Bolognese, in una tela a olio, un pastore ignudo et una forese
20   che gli porge certi flauti perché suoni, con un bellissimo paese; il qual
    quadro è oggi in Faenza in casa il su detto Giovanni. Fece appresso
    nella chiesa de' Frati Minori, chiamata la Ca' Grande, all'altar mag-
    giore in una tavola la Nostra Donna che va in cielo, et i dodici Apo-
    stoli a basso che stanno a vederla salire; ma quest'opera, per essere
25   stata fatta in tela e forse mal custodita, si vede poco. Nella medesima
    chiesa, alla cappella di quelli da Ca' Pesari, fece in una tavola la Ma-
    donna col Figliuolo in braccio, un San Piero et un San Giorgio, et
    attorno i padroni ginocchioni, ritratti di naturale, in fra i quali è il
    vescovo di Baffo et il fratello, allora tornati dalla vittoria che ebbe
30   detto vescovo contra i Turchi. Alla chiesetta di San Niccolò, nel me-
    desimo convento, fece in una tavola San Niccolò, San Francesco,
    Santa Caterina e San Sebastiano ignudo, ritratto dal vivo e senza
    artificio niuno che si veggia essere stato usato in ritrovare la bellezza
    delle gambe e del torso, non vi essendo altro che quanto vide nel na-
35   turale, di maniera che tutto pare stampato dal vivo, così è carnoso e
    proprio: ma con tutto ciò è tenuto bello, come è anco molto vaga una
    Nostra Donna col putto in collo, la quale guardano tutte le dette fi-
    gure. L'opera della quale tavola fu dallo stesso Tiziano disegnata in
    legno e poi da altri intagliata e stampata. Per la chiesa di Santo Rocco
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