Volume 6

Edizione Giuntina
    ginocchioni innanzi a papa Alessandro Terzo, che gli mette il piè
    sopra la gola, la fornì Tiziano, mutando molte cose e facendovi molti
    ritratti di naturale di suoi amici et altri; onde meritò da quel Senato
    avere nel Fondaco de' Tedeschi un uffizio, che si chiama la Sense-
5   ria, che rende trecento scudi l'anno: il quale ufficio hanno per con-
    suetudine que' signori di dare al più eccellente pittore della loro
    città, con questo, che sia di tempo in tempo ubligato a ritrarre, quan-
    do è creato, il principe loro o uno doge, per prezzo solo di otto scudi,
    che gli paga esso principe; il quale ritratto poi si pone in luogo pu-
10   blico per memoria di lui nel palazzo di San Marco.
    Avendo, l'anno 1514, il duca Alfonso di Ferrara fatto acconciare
    un camerino, et in certi spartimenti fatto fare dal Dosso, pittore ferra-
    rese, istorie di Enea, di Marte e Venere, et in una grotta Vulcano
    con due fabbri alla fucina, volle che vi fussero anco delle pitture di
15   mano di Gianbellino; il quale fece in un'altra faccia un tino di vin ver-
    miglio con alcune Baccanti intorno, sonatori, Satiri et altri maschi e
    femine inebriati, et appresso un Sileno tutto ignudo e molto bello, a
    cavallo sopra il suo asino, con gente attorno, che hanno piene le mani
    di frutte e d'uve; la quale opera invero fu con molta diligenza lavo-
20   rata e colorita, intantoché è delle più belle opere che mai facesse
    Gianbellino, se bene nella maniera de' panni è un certo che di ta-
    gliente, secondo la maniera tedesca: ma non è gran fatto, perché imi-
    tò una tavola d'Alberto Duro fiammingo, che di que' giorni era stata
    condotta a Vinezia e posta nella chiesa di San Bartolomeo, che è cosa
25   rara e piena di molte belle figure fatte a olio. Scrisse Gianbellino nel
    detto tino queste parole: JOANNES BELLINUS VENETUS P. 1514. La qua-
    le opera non avendo potuta finire del tutto, per essere vecchio, fu
    mandato per Tiziano, come più eccellente di tutti gl'altri, acciò che
    la finisse. Onde egli, essendo disideroso d'acquistare e farsi conosce-
30   re, fece con molta diligenza due storie che mancavano al detto came-
    rino. Nella prima è un fiume di vino vermiglio, a cui sono intorno
    cantori e sonatori quasi ebri, e così femine come maschi, et una donna
    nuda che dorme, tanto bella che pare viva, insieme con altre figure;
    et in questo quadro scrisse Tiziano il suo nome. Nell'altro che è con-
35   tiguo a questo, e primo rincontro all'entrata, fece molti Amorini e
    putti belli et in diverse attitudini, che molto piacquero a quel signo-
    re, sì come fece anco l'altro quadro; ma fra gl'altri è bellissimo uno di
    detti putti che piscia in un fiume e si vede nell'acqua, mentre gl'altri
    sono intorno a una base che ha forma d'altare, sopra cui è la statua
40   di Venere con una chiocciola marina nella man ritta, e la Grazia e
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