Volume 6

Edizione Giuntina
    la mente di bei concetti e s'impara a fare a mente tutte le cose della
    natura, senza avere a tenerle sempre innanzi, o ad avere a nascere
    sotto la vaghezza de' colori lo stento del non sapere disegnare, nella
    maniera che fecero molti anni i pittori viniziani, Giorgione, il Palma,
5   il Pordenone et altri che non videro Roma né altre opere di tutta per-
    fezione.
    Tiziano dunque, veduto il fare e la maniera di Giorgione, lasciò la
    maniera di Gianbellino, ancorché vi avesse molto tempo consumato,
    e si accostò a quella, così bene imitando in brieve tempo le cose di lui,
10   che furono le sue pitture talvolta scambiate e credute opere di Gior-
    gione, come di sotto si dirà. Cresciuto poi Tiziano in età, pratica e giu-
    dizio, condusse a fresco molte cose, le quali non si possono racconta-
    re con ordine, essendo sparse in diversi luoghi. Basta che furono tali,
    che si fece da molti periti giudizio ch'e' dovesse, come poi è ave-
15   nuto, riuscire eccellentissimo pittore.
    A principio, dunque, che cominciò seguitare la maniera di Gior-
    gione, non avendo più che diciotto anni, fece il ritratto d'un gentiluo-
    mo da Ca' Barbarigo, amico suo, che fu tenuto molto bello, essendo
    la somiglianza della carnagione propria e naturale, e sì ben distinti i
20   capelli l'uno dall'altro che si conterebbono, come anco si farebbono i
    punti d'un giubone di raso inargentato che fece in quell'opera. In-
    somma, fu tenuto sì ben fatto e con tanta diligenza, che, se Tiziano
    non vi avesse scritto in ombra il suo nome, sarebbe stato tenuto opera
    di Giorgione. Intanto, avendo esso Giorgione condotta la facciata
25   dinanzi del Fondaco de' Tedeschi, per mezzo del Barbarigo furono
    allogate a Tiziano alcune storie che sono nella medesima so-
    pra la Merceria. Dopo la quale opera fece un quadro grande di figure
    simili al vivo, che oggi è nella sala di messer Andrea Loredano, che
    sta da San Marcuola. Nel qual quadro è dipinta la Nostra Donna che
30   va in Egitto, in mezzo a una gran boscaglia e certi paesi molto ben
    fatti, per avere dato Tiziano molti mesi opera a fare simili cose, e te-
    nuto per ciò in casa alcuni tedeschi, eccellenti pittori di paesi e ver-
    zure. Similmente nel bosco di detto quadro fece molti animali, i quali
    ritrasse dal vivo, e sono veramente naturali e quasi vivi. Dopo, in ca-
35   sa di messer Giovanni D'Anna, gentiluomo e mercante fiamingo, suo
    compare, fece il suo ritratto, che par vivo, et un quadro di Ecce Homo,
    con molte figure, che da Tiziano stesso e da altri è tenuto molto bel-
    l'opera. Il medesimo fece un quadro di Nostra Donna con altre figu-
    re, come il naturale, d'uomini e putti, tutti ritratti dal vivo e da perso-
40   ne di quella casa. L'anno poi 1507, mentre Massimiliano imperadore
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