Volume 6

Edizione Giuntina
    lo condusse al paese dove oggi ancor si vede, questa cosa non passò
    senza biasimo del cardinale S. Giorgio, il quale non conoscendo la
    virtù dell'opera, che consiste nella perfezzione, ché tanto son buone
    le moderne quanto le antiche, purché sieno eccellenti, essendo più
5   vanità quella di coloro che van dietro più al nome che a' fatti: che
    di questa sorte d'uomini se n'è trovato d'ogni tempo, che fanno più
    conto del parere che dell'essere.
    Imperò questa cosa diede tanta riputazione a Michelagnolo, che
    fu sùbito condotto a Roma et acconcio col cardinale San Giorgio,
10   dove stette vicino a un anno, che, come poco intendente di queste
    arti, non fece fare niente a Michelagnolo. In quel tempo un barbiere
    del Cardinale, stato pittore, che coloriva a tempera molto diligente-
    mente ma non aveva disegno, fattosi amico, Michelagnolo gli fece
    un cartone d'un San Francesco che riceve le stìmate, che fu condotto
15   con i colori dal barbieri in una tavoletta molto diligentemente; la
    qual pittura è oggi locata in una prima cappella, entrando in chiesa
    a man manca, di San Piero a Montorio. Conobbe bene poi la virtù
    di Michelagnolo messer Iacopo Galli, gentiluomo romano, persona
    ingegnosa, che gli fece fare un Cupido di marmo, quanto il vivo, et
20   appresso una figura di un Bacco di palmi dieci, che ha una tazza nel-
    la man destra e nella sinistra una pelle d'un tigre et un grappolo d'uve,
    che un Satirino cerca di mangiargliene; nella qual figura si conosce
    che egli ha voluto tenere una certa mistione di membra maravigliose,
    e particolarmente avergli dato la sveltezza della gioventù del maschio
25   e la carnosità e tondezza della femina: cosa tanto mirabile, che nelle
    statue mostrò essere eccellente più d'ogni altro moderno il quale sino
    allora avesse lavorato. Per il che nel suo stare a Roma acquistò tanto
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Edizione Torrentiniana
    et egli non fu contento: anzi, per la poca fede d'Agnolo, ne volle il dop-
    pio di quel che la prima volta ne aveva chiesto; per il che, se Agnolo
30   volse la pittura, fu sforzato mandargli CXL ducati.
    Vennegli volontà di trasferirsi a Roma, per le maraviglie ch'udiva degli
    antichi. Per che, quivi giunto, fece nella casa de' Galli, dirimpetto al
    palazzo di San Giorgio, un Bacco di marmo maggior che 'l vivo, con
    un Satiro attorno, nel quale si conosce che egli ha voluto tenere una certa
35   mistione di membra maravigliose, e particularmente avergli dato la svel-
    tezza della gioventù del maschio e la carnosità e tondezza della femmi-
    na: cosa tanto mirabile, che nelle statue mostrò essere eccellente più d'ogni
    altro moderno il quale fino allora avesse lavorato. Per il che nel suo stare
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