Volume 6

Edizione Giuntina
    cappella è l'altare, e nell'altra la porta. E perché vanno in queste
    opere moltissime statue di marmo e bronzi, e storie assai di basso ri-
    lievo, ella riuscirà opera degna di tanti e sì gran re, e dell'eccell[enza]
    et ingegno di sì raro artefice, come è questo abate di S. Martino, il
5   quale è stato ne' suoi migliori anni in tutte le cose che appartengono
    alle nostre arti eccellentissimo et universale, poi che si è adoperato in
    servigio de' suoi signori non solo nelle fabriche, pitture e stucchi, ma
    ancora in molti apparati di feste e mascherate, con bellissime
    e capricciose invenzioni. È stato liberalissimo e molto amorevole
10   verso gl'amici e ' parenti, e parimente verso gl'artefici che l'hanno
    servito. In Bologna ha fatto molti benefizii ai parenti suoi e compe-
    rato loro casamenti onorati, e quelli fatti comodi e molto ornati, sì
    come è quello dove abita oggi messer Antonio Anselmi, che ha per
    donna una delle nipoti di esso Abate Primaticcio, il quale ha anco
15   maritata un'altra sua nipote, sorella di questa, con buona dote e ono-
    ratamente.
    È vivuto sempre il Primaticcio non da pittore et artefice, ma da si-
    gnore, e, come ho detto, è stato molto amorevole ai nostri artefici.
    Quando mandò a chiamare, come s'è detto, Prospero Fontana, gli
20   mandò, perché potesse condursi in Francia, una buona somma di
    danari; la quale, essendosi infermato, non poté Prospero con sue
    opere e lavori scontare né rendere: per che, passando io l'anno 1563
    per Bologna, gli raccomandai, per questo conto, Prospero; e fu tanta
    la cortesia del Primaticcio, che avanti io partissi di Bologna, vidi uno
25   scritto dell'Abate, nel quale donava liberamente a Prospero tutta
    quella somma di danari che per ciò avesse in mano. Per le quali cose
    è tanta la benevolenza ch'egli si ha acquistata appresso gl'artefici, che
    lo chiamano et onorano come padre. E per dire ancora alcun'altra
    cosa di esso Prospero, non tacerò che fu già con sua molta lode ado-
30   perato in Roma da papa Giulio Terzo in palazzo, alla vigna Giulia et
    al palazzo di Campo Marzio, che allora era del signor Balduino Mon-
    ti et oggi è del signor Ernando cardinale de' Medici e figliuolo del
    duca Cosimo. In Bologna ha fatto il medesimo molte opere a olio et
    a fresco, e particolarmente nella Madonna del Baracane, in una ta-
35   vola a olio, una Santa Caterina che alla presenza del tiranno disputa
    con filosofi e dottori, che è tenuta molto bell'opera. Et ha dipinto il
    medesimo nel palazzo dove sta il governatore, nella cappella princi-
    pale, molte pitture a fresco.
    È anco molto amico del Primaticcio Lorenzo Sabatini, pittore ec-
40   cellente; e se non fusse stato carico di moglie e molti figliuoli, l'arebbe
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