Volume 6

Edizione Giuntina
    che tutto il rimanente di quel luogo, del qual troppo lunga cosa
    sarebbe voler pienamente ragionare.
    A Medone ha fatto il medesimo abate Primaticcio infiniti orna-
    menti al cardinale di Lorena in un suo grandissimo palazzo chiamato
5   la Grotta, ma tanto straordinario di grandezza, che, a' somiglianti
    degl'antichi, così fatti edificii potrebbe chiamarsi le Terme, per la in-
    finità e grandezza delle logge, scale e camere publiche e private che vi
    sono. E per tacere l'altre particolarità, è bellissima una stanza chia-
    mata il Padiglione, per essere tutta adorna con partimenti di cornici,
10   che hanno la veduta disotto in su, piena di molte figure che scortano
    nel medesimo modo e sono bellissime. Di sotto è poi una stanza
    grande con alcune fontane lavorate di stucchi e piene di figure tutte
    tonde e di spartimenti di conchiglie e altre cose marittime e naturali,
    che sono cosa maravigliosa e bella oltremodo. E la volta è similmente
15   tutta lavorata di stucchi ottimamente per man di Domenico del Bar-
    bieri, pittore fiorentino, che è non pure eccell[ente] in questa sorte
    di rilievi, ma ancora nel disegno; onde in alcune cose che ha colorite
    ha dato saggio di rarissimo ingegno. Nel medesimo luogo ha lavorato
    ancora molte figure di stucco, pur tonde, uno scultore similmente
20   de' nostri paesi, chiamato Ponzio, che si è portato benissimo. Ma
    perché infinite e varie sono l'opere che in questi luoghi sono state fatte
    in servigio di que' signori, vo toccando solamente le cose principali
    dell'Abate, per mostrare quanto è raro nella pittura, nel disegno e
    nelle cose d'architettura. E nel vero, non mi parrebbe fatica allar-
25   garmi intorno alle cose particolari, se io n'avessi vera e distinta noti-
    zia, come ho delle cose di qua. Ma quanto al disegno, il Primaticcio è
    stato ed è eccellentissimo, come si può vedere in una carta di sua ma-
    no dipinta delle cose del Cielo, la quale è nel nostro Libro e fu da lui
    stesso mandata a me, che la tengo, per amor suo e perché è di tutta
30   perfezzione, carissima.
    Morto il re Francesco, restò l'Abate nel medesimo luogo e grado
    appresso al re Enrico, e lo servì mentre ch'e' visse, e dopo fu dal re
    Francesco Secondo fatto commessario generale sopra le fabriche di
    tutto il regno; nel quale uffizio, che è onoratissimo e di molta riputa-
35   zione, si esercitò già il padre del cardinale della Bordagiera e monsi-
    gnor di Villaroy. Morto Francesco II, continuando nel medesimo
    uffizio, serve il presente re, di ordine del quale e della reina madre ha
    dato principio il Primaticcio alla sepoltura del detto re Enrico, fa-
    cendo nel mezzo d'una cappella a sei facce la sepoltura di esso re, et
40   in 4 facce la sepoltura di 4 figliuoli. In una dell'altre due facce della
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