Volume 6

Edizione Giuntina
    volti e ne' movimenti di ciascuna figura invenzione, disegno e bonis-
    sima grazia.
    Ora, tornando all'altare maggiore e volgendo verso la Sagrestia
    nuova, nel primo quadro che si trovava, il quale veniva a essere nel
5   vano della prima cappella, era di mano di Santi Tidi, giovane di bel-
    lissimo giudizio e molto esercitato nella pittura in Firenze et in Roma,
    un altro segnalato favore stato fatto alla virtù di Michelagnolo, come
    credo aver detto di sopra, dall'illustrissimo signor don Francesco
    Medici, principe di Firenze; il quale, trovandosi in Roma circa tre
10   anni avanti che Michelagnolo morisse et essendo da lui visitato, sùbi-
    to che entrò esso Buonarruoto, si levò il principe in piede, et appresso,
    per onorare un tant'uomo e quella veramente reverenda vecchiezza
    colla maggior cortesia che mai facesse giovane Principe, volle (come-
    ché Michelagnolo, il quale era modestissimo, il recusasse) che sedesse
15   nella sua propria sedia, onde s'era egli stesso levato, e stando poi in
    piedi udirlo con quella attenzione e reverenza che sogliono i figliuoli
    un ottimo padre. A piè del Principe era un putto condotto con molta
    diligenza, il quale aveva un mazzocchio overo berretta ducale in ma-
    no, e d'intorno a loro erano alcuni soldati vestiti all'antica e fatti con
20   molta prontezza e bella maniera. Ma, sopra tutte l'altre, erano benis-
    simo fatti e molto vivi e pronti il Principe e Michelagnolo, intantoché
    parea veramente che il vecchio proferisse le parole et il giovane at-
    tentissimamente l'ascoltasse.
    In un altro quadro, alto braccia nove e lungo dodici, il quale era
25   dirimpetto alla capella del Sacramento, Bernardo Timante Buonta-
    lenti, pittore molto amato e favorito dall'illustrissimo Principe, aveva
    con bellissima invenzione figurati i Fiumi delle tre principali parti del
    mondo, come venuti tutti mesti e dolenti a dolersi con Arno del co-
    mune danno e consolarlo. I detti Fiumi erano il Nilo, il Gange et il
30   Po. Aveva per contrasegno il Nilo un coccodrillo, e per la fertilità del
    paese una ghirlanda di spighe; il Gange l'uccel grifone et una ghir-
    landa di gemme, et il Po un cigno et una corona d'ambre nere. Que-
    sti fiumi, guidati in Toscana dalla Fama, la quale si vedeva in alto
    quasi volante, si stavano intorno a Arno, coronato di cipresso e te-
35   nente il vaso asciutto et elevato con una mano, e nell'altra un ramo
    d'arcipresso, e sotto sé un lione; e per dimostrare l'anima di Miche-
    lagnolo essere andata in cielo alla somma felicità, aveva finto l'ac-
    corto pittore uno splendore in aria, significante il celeste lume, al qua-
    le in forma d'Angioletto s'indirizzava la benedetta anima, con questo
40   verso lirico:
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