Volume 6

Edizione Giuntina
    Nella quarta di queste quattro storie, che era volta verso l'organo,
    si vedeva, per la Poesia, Michelagnolo tutto intento a scrivere alcuna
    composizione, et intorno a lui, con bellissima grazia e con abiti di-
    visati secondo che dai poeti sono descritte, le nove Muse et innanzi
5   a esse Appollo con la lira in mano e con la sua corona d'alloro in capo
    e con un'altra corona in mano, la quale mostrava di volere porre in
    capo a Michelagnolo. Al vago e bello componimento di questa storia,
    stata dipinta con bellissima maniera e con attitudini e vivacità pron-
    tissime da Giovanmaria Butteri, era vicina e sulla man manca la sta-
10   tua della Poesia, opera di Domenico Poggini, uomo non solo nella scul-
    tura e nel fare impronte di monete e medaglie bellissime, ma
    ancora nel fare di bronzo, e nella poesia parimente molto esercitato.
    Così fatto dunque era l'ornamento del catafalco, il quale, perché
    andava digradando ne' suoi piani tanto che vi si poteva andare at-
15   torno, era quasi a similitudine del Mausoleo d'Augusto in Roma;
    e forse, per essere quadro, più si assomigliava al Settizonio di Severo,
    non a quello presso al Campidoglio, che comunemente così è chia-
    mato per errore, ma al vero, che nelle Nuove Rome si vede stampato
    appresso l'Antoniane. Infin qui dunque aveva il detto catafalco tre
20   gradi: dove giacevano i Fiumi era il primo, il secondo dove le figure
    doppie posavano, et il terzo dove avevano il piede le scempie. Et in
    su questo piano ultimo nasceva una base overo zoccolo, alta un brac-
    cio e molto minore, per larghezza e lunghezza, del detto ultimo pia-
    no; sopra i risalti della quale sedevano le dette figure scempie et in-
25   torno alla quale si leggevano queste parole: SIC ARS EXTOLLITUR ARTE.
    Sopra questa base poi posava una piramide alta braccia nove, in due
    parti della quale, cioè in quella che guardava la porta principale et in
    quella che volgea verso l'altare maggiore, giù da basso, era in due
    ovati la testa di Michelagnolo di rilievo, ritratta dal naturale, e stata
30   molto ben fatta da Santi Buglioni. In testa della piramide era una
    palla a essa piramide proporzionata, come se in essa fussero state le
    ceneri di quegli che si onorava; e sopra la palla era, maggiore del na-
    turale, una Fama finta di marmo, in atto che pareva volasse et insieme
    facesse per tutto il mondo risonare le lodi et il pregio di tanto arte-
35   fice con una tromba, la quale finiva in tre bocche. La quale Fama
    fu di mano di Zanobi Last[r]icati, il quale, oltre alle fatiche che ebbe
    come proveditore di tutta l'opera, non volle anco mancare di mo-
    strare, con suo molto onore, la virtù della mano e dell'ingegno. In
    modo che dal piano di terra alla testa della Fama era, come si è det-
40   to, l'altezza di braccia ventotto.
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