Volume 6

Edizione Giuntina
    manchi, sono da essere poco, anzi nulla stimati. Questa figura, la qua-
    le avea sotto sé prostrato e da sé calpestato il Vizio, overo l'Impietà,
    era di mano di Valerio Cioli, il quale è valente giovane, di bellissimo
    spirito, e merita lode di molto giudizioso e diligente scultore.
5   Dirimpetto a questa, dalla banda della Sagrestia vecchia, era un'al-
    tra simile figura, stata fatta giudiziosamente per la dea Minerva, ove-
    ro l'Arte; perciò che si può dire con verità che, dopo la bontà de' co-
    stumi e della vita, la quale dee tener sempre appresso i migliori il pri-
    mo luogo, l'arte poi sia stata quella che ha dato a quest'uomo non solo
10   onore e facultà, ma anco tanta gloria, che si può dire lui aver in vita
    goduto que' frutti che a pena dopo morte sogliono dalla fama trarne,
    mediante l'egregie opere loro, gli uomini illustri e valorosi, e, quello
    che è più, aver in tanto superata l'invidia, che senza alcuna contradi-
    zione, per consenso comune, ha il grado e nome della principale e
15   maggiore eccellenza ottenuto. E per questa cagione aveva sotto i
    piedi questa figura l'Invidia, la quale era una vecchia secca e distrutta,
    con occhi viperini, et insomma con viso e fattezze che tutte spiravano
    tossico e veleno, et oltre ciò era cinta di serpi et aveva una vipera in
    mano. Queste due statue erano di mano d'un giovinetto di pochissima
20   età, chiamato Lazzaro Calamech da Carrara, il quale ancor fanciullo
    ha dato infino a oggi in alcune cose di pittura e scultura gran saggio
    di bello e vivacissimo ingegno.
    Di mano d'Andrea Calame[c]h, zio del sopradetto et allievo del-
    l'Amannato, erano le due statue poste sopra il quarto piedestallo,
25   che era dirimpetto all'organo e risguardava verso le porte principali
    della chiesa. La prima delle quali era figurata per lo Studio, perciò che
    quegli che poco e lentamente s'adoprano non possono venir in pre-
    gio già mai come venne Michelagnolo; con ciò sia che dalla sua prima
    fanciullezza di quindici insino a novanta anni non restò mai, come di
30   sopra si è veduto, di lavorare. Questa statua dello Studio, che ben
    si convenne a tant'uomo, il quale era un giovane fiero e gagliardo, il
    quale alla fine del braccio, poco sopra la giuntura della mano, aveva
    due aliette significanti la velocità e spessezza dell'operare, si avea
    sotto, come prigione, cacciata la Pigrizia, overo Ociosità, la quale era
35   una donna lenta e stanca et in tutti i suoi atti grave e dormigliosa.
    Queste quattro figure, disposte nella maniera che s'è detto, facevano
    un molto vago e magnifico componimento e parevano tutte di marmo,
    perché sopra la terra fu dato un bianco che tornò bellissimo.
    In su questo piano, dove le dette figure posavano, nasceva un altro
40   imbasamento, pur quadro et alto braccia quattro incirca, ma di larghezza
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