Volume 6

Edizione Giuntina
    Le parole latine furono queste:
    COLLEGIUM PICTORUM, STATUARIORUM, ARCHITECTORUM, AUSPI-
    CIO OPEQUE SIBI PROMPTA COSMI DUCIS AUCTORIS SUORUM COM-
    MODORUM, SUSPICIENS SINGULAREM VIRTUTEM MICHAELIS ANGE-
5   LI BONARROTAE INTELLIGENSQUE QUANTO SIBI AUXILIO SEMPER
    FUERINT PRAECLARA IPSIUS OPERA,STUDUIT SE GRATUM ERGA IL-
    LUM OSTENDERE, SUMMUM OMNIUM QUI UNQUAM FUERINT P. S. A.,
    IDEOQUE MONUMENTUM HOC SUIS MANIBUS EXTRUCTUM MAGNO
    ANIMI ARDORE IPSIUS MEMORIAE DEDICAVIT.
10   Era questo epitaffio retto da due Angioletti, i quali, con volto pian-
    gente e spegnendo ciascuno una face, quasi si lamentavano essere
    spenta tanta e così rara virtù. Nel quadro poi che veniva a essere
    vòlto verso la porta che va nel chiostro, era quando per l'assedio
    di Firenze Michelagnolo fece la fortificazione del poggio a San Mi-
15   niato, che fu tenuta inespugnabile e cosa maravigliosa; e questo fu di
    mano di Lorenzo Sciorini, allievo del Bronzino, giovane di bonissima
    speranza. Questa parte più bassa, e come dire la base di tutta la ma-
    china, aveva in ciascun canto un piedestallo che risaltava, e sopra
    ciascun piedestallo era una statua grande più che il naturale, che
20   sotto n'aveva un'altra come soggetta e vinta, di simile grandezza,
    ma raccolta in diverse attitudini e stravaganti.
    La prima, a man ritta andando verso l'altare maggiore, era un gio-
    vane svelto e nel sembiante tutto spirito e di bellissima vivacità, figu-
    rato per l'Ingegno, con due aliette sopra le tempie, nella guisa che si
25   dipigne alcuna volta Mercurio. E sotto a questo giovane, fatto con in-
    credibile diligenza, era con orecchi asinini una bellissima figura fatta
    per l'Ignoranza, mortal nimica dell'Ingegno; le quali ambedue statue
    furono di mano di Vincenzio Danti perugino, del quale e dell'opere
    sue, che sono rare fra i moderni giovani scultori, si parlerà in
30   altro luogo più lungamente.
    Sopra l'altro piedestallo, il quale, essendo a man ritta verso l'altare
    maggiore, guardava verso la Sagrestia nuova, era una donna fatta per
    la Pietà cristiana, la quale, essendo d'ogni bontà e religione ripiena,
    non è altro che un aggregato di tutte quelle virtù che i nostri hanno
35   chiamate teologiche e di quelle che furono dai Gentili dette morali;
    onde meritamente celebrandosi da' Cristiani la virtù d'un cristiano or-
    nata di santissimi costumi, fu dato conveniente et onorevole luogo a
    questa, che risguarda la legge di Dio e la salute dell'anime, essen-
    do che tutti gl'altri ornamenti del corpo e dell'animo, dove questa
- pagina 131 -
pagina precedentepagina successiva