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La lettera al Varchi fu questa: |
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Messer Benedetto nostro carissimo. L'affezione che noi portamo alla ra- |
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ra virtù di Michelagnolo Buonarruoti ci fa desiderare che la memoria |
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di lui sia onorata e celebrata in tutti i modi. Però ci sarà cosa grata che |
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per amore nostro vi pigliate cura di fare l'orazione che si arà da ricitare |
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nell'essequie di lui, secondo l'ordine preso dalli deputati dell'Accade- |
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mia, e gratissima se sarà recitata per l'organo vostro. E state sano. |
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Scrisse anco messer Bernardino Grazini ai detti Deputati che nel |
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Duca non si sarebbe potuto disiderare più ardente disiderio, intorno |
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a ciò, di quello che avea mostrato, e che si promettessino ogni aiuto |
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e favore da Sua Eccellenzia illustrissima. |
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Mentre che queste cose si trattavano a Firenze, Lionardo Buonar- |
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ruoti, nipote di Michelagnolo, il quale, intesa la malatia del zio, si |
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era per le poste trasferito a Roma, ma non l'aveva trovato vivo, aven- |
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do inteso da Daniello da Volterra, stato molto familiare amico di Mi- |
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chelagnolo, e da altri ancora che erano stati intorno a quel santo vec- |
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chio, che egli aveva chiesto e pregato che il suo corpo fusse portato |
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a Fiorenza, sua nobilissima patria, della quale fu sempre tenerissimo |
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amatore, aveva con prestezza, e perciò buona resoluzione, cautamen- |
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te cavato il corpo di Roma e, come fusse alcuna mercanzia, inviatolo |
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verso Firenze in una balla. |
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Ma non è qui da tacere che quest'ultima risoluzione di |
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Michelagnolo dichiarò, contra l'openione d'alcuni, quello che era ve- |
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rissimo, cioè che l'essere stato molti anni assente da Firenze non era |
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per altro stato che per la qualità dell'aria; perciò che la sperienza gli |
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aveva fatto conoscere che quella di Firenze, per essere acuta e sottile, |
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era alla sua complessione nimicissima, e che quella di Roma, più dol- |
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ce e temperata, l'aveva mantenuto sanissimo fino al novantesimo |
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anno, con tutti i sensi così vivaci e interi come fussero stati mai, e |
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con sì fatte forze, secondo quell'età, che insino all'ultimo giorno non |
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aveva lasciato d'operare alcuna cosa. |
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Poi che, dunque, per così sùbita e quasi improvisa venuta non si |
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poteva far per allora quello che fecero poi, arrivato il corpo di Miche- |
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lagnolo in Firenze fu messa, come vollono i Deputati, la cassa il dì |
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medesimo ch'ella arrivò in Fiorenza, cioè il dì undici di marzo, che fu |
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in sabato, nella Compagnia dell'Assunta, che è sotto l'altar maggiore |
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e sotto le scale di dietro di San Piero Maggiore, senza che fusse tocca |
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di cosa alcuna. Il dì seguente, che fu la domenica della seconda setti- |
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mana di Quaresima, tutti i pittori, scultori et architetti si ragunarono |