Volume 6

Edizione Giuntina
    la morte, fu ad uso di mercanzia mandato in una balla segreta-
    mente: il quale modo si tenne acciò in Roma non s'avesse a fare ro-
    more, e forse essere impedito il corpo di Michelagnolo e non lasciato
    condurre in Firenze. Ma innanzi che il corpo venisse, intesa la nuova
5   della morte, ragunatisi insieme, a richiesta del Luogotenente della
    loro Accademia, i principali pittori, scultori et architetti, fu ricordato
    loro da esso Luogotenente, che allora era il reverendo don Vincenzio
    Borghini, che erano ubligati, in virtù de' loro capitoli, ad onorare la
    morte di tutti i loro fratelli, e che avendo essi ciò fatto sì amorevol-
10   mente e con tanta sodisfazione universale nell'essequie di fra' Giovan
    Agnolo Montorsoli, che primo dopo la creazione dell'Accademia era
    mancato, vedessero bene quello che fare si convenisse per l'onoranza
    del Buonarruoto, il quale da tutto il corpo della Compagnia e con
    tutti i voti favorevoli era stato eletto primo accademico e capo di
15   tutti loro. Alla quale proposta risposero tutti, come ubbligatissimi et
    affezionatissimi alla virtù di tant'uomo, che per ogni modo si facesse
    opera di onorarlo in tutti que' modi che per loro si potessino maggiori
    e migliori. Ciò fatto, per non avere ogni giorno a ragunare tante gente
    insieme con molto scomodo loro, e perché le cose passassero più quie-
20   tamente, furono eletti sopra l'essequie et onoranza da farsi quattro uo-
    mini: Agnolo Bronzino e Giorgio Vasari pittori, Benvenuto Cellini e
    Bartolommeo Amannati scultori, tutti di chiaro nome e d'illustre va-
    lore nelle lor arti, acciò, dico, questi consultassono e fermassono fra
    loro e col Luogotenente quanto, che e come si avesse a fare ciascuna
25   cosa, con facultà di poter disporre di tutto il corpo della Compagnia
    et Accademia. Il quale carico presero tanto più volentieri, offerendosi,
    come fecero di bonissima voglia, tutti i giovani e ' vecchi, ciascuno
    nella sua professione, di fare quelle pitture e statue che s'avessono a
    fare in quell'onoranza. Dopo ordinarono che il Luogotenente, per
30   debito del suo uffizio, et i consoli in nome della Compagnia et Acca-
    demia significassero il tutto al signor Duca e chiedessono quegli
    aiuti e favori che bisognavano, e specialmente che le dette essequie si
    potessono fare in San Lorenzo, chiesa dell'illustrissima casa de' Me-
    dici e dove è la maggior parte dell'opere che di mano di Michelagnolo
35   si veggiono in Firenze; e che oltre ciò Sua Eccellenza si contentasse
    che messer Benedetto Varchi facesse e recitasse l'orazione funerale,
    acciò che l'eccellente virtù di Michelagnolo fusse lodata dall'eccellen-
    te eloquenza di tant'uomo quanto era il Varchi; il quale, per essere
    particularmente a' servigii di Sua Eccellenza, non arebbe preso senza
40   parola di lei cotal carico, ancorché, come amorevolissimo di
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