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nelle spalle largo, ma ben proporzionato con tutto il resto del corpo. |
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Alle gambe portò invec[c]hiando di continuovo stivali di pelle di ca- |
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ne sopra lo ignudo i mesi interi, che, quando gli voleva cavare, poi nel |
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tirargli ne veniva spesso la pelle. Usava sopra le calze stivali di cor- |
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dovano afibiati di drento per amore degli umori. La faccia era ritonda, |
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la fronte quadrata e spaziosa con sette linee diritte, e le tempie spor- |
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tavano in fuori più delle orecchie assai; le quali orecchie erano più |
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presto alquanto grandi e fuor delle guance. Il corpo era a proporzio- |
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ne della faccia e più tosto grande; il naso alquanto stiacciato, come si |
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disse nella Vita del Torrigiano, che gliene ruppe con un pugno. Gli |
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occhi più tosto piccoli che no, di color corneo, mac[c]hiati di scin- |
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tille giallette azzurricine; le ciglia con pochi peli, le labra sottili, e |
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quel di sotto più grossetto et alquanto infuori; il mento ben composto |
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alla proporzione del resto; la barba e ' capegli neri, sparsa con molti |
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peli canuti, lunga non molto e biforcata, e non molto folta. |
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Certamente fu al mondo la sua venuta, come dissi nel principio, |
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uno esemplo mandato da Dio agli uomini dell'arte nostra, perché s'im- |
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parassi da lui nella vita sua i costumi, e nelle opere come avevano a |
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essere i veri et ottimi artefici. Et io, che ho da lodare Dio d'infinite |
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felicità, che raro suole accadere negli uomini della professione nostra, |
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annovero fra le maggiori una: esser nato in tempo che Michelagnolo |
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sia stato vivo, e sia stato degno che io l'abbia avuto per padrone, e |
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che egli mi sia stato tanto famigliare et amico quanto sa ognuno, e le |
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lettere sue scrittemi ne fanno testimonio apresso di me. E per la ve- |
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rità e per l'obligo che io ho alla sua amorevolezza ho potuto scrivere |
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di lui molte cose, e tutte vere, che molti altri non hanno potuto fare. |
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L'altra felicità è come mi diceva egli: «Giorgio, riconosci Dio, che |
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t'ha fatto servire il duca Cosimo, che, per contentarsi che tu muri e |
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dipinga e metta in opera i suoi pensieri e disegni, non ha curato spe- |
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sa; dove, se tu consideri agli altri di chi tu hai scritto le Vite, |
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non hanno avuto tanto». |
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Fu con onoratissime essequie, col concorso di tutta l'Arte e di tut- |
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ti gli amici suoi e della nazione fiorentina, dato sepoltura a Michela- |
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gnolo in Santo Apostolo in un deposito nel cospetto di tutta Roma, |
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avendo disegnato Sua Santità di farne far particolare memoria e se- |
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poltura in San Piero di Roma. |
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Arrivò Lionardo suo nipote che era finito ogni cosa, quantunque |
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andasse in poste. Et avutone aviso il duca Cosimo, il quale aveva dise- |
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gnato che, poi che non l'aveva potuto aver vivo et onorarlo, di farlo |
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venire a Fiorenza e non restare con ogni sorte di pompa onorarlo dopo |