Volume 6

Edizione Giuntina
    casi, come con un villano, il quale gli fece dipignere San Francesco,
    e dispiaciutoli che 'l Menighella gli aveva fatto la vesta bigia, che
    l'arebbe voluta di più bel colore, il Menighella gli fece in dosso un
    piviale di broccato e lo contentò.
5   Amò parimente Topolino scarpellino, il quale aveva fantasia d'es-
    sere valente scultore, ma era debolissimo. Costui stette nelle monta-
    gne di Carrara molti anni a mandar marmi a Michelagnolo; né areb-
    be mai mandato una scafa carica, che non avessi mandato sopra tre o
    quattro figurine bozzate di sua mano, che Michelagnolo moriva delle
10   risa. Finalmente ritornato et avendo bozzato un Mercurio in un mar-
    mo, si messe Topolino a finirlo; et un dì che ci mancava poco, volse
    Michelagnolo lo vedessi e strettamente operò li dicessi l'openion sua.
    «Tu sei un pazzo, Topolino, » gli disse Michelagnolo, «a volere far
    figure. Non vedi che a questo Mercurio dalle ginocchia alli piedi ci
15   manca più di un terzo di braccio, che gli è nano e che tu l'hai stor-
    piato?». «O[h], questo non è niente: s'ella non ha altro, io ci rime-
    dierò; lassate fare a me». Rise di nuovo della semplicità sua Miche-
    lagnolo; e partito, prese un poco di marmo Topolino, e ta-
    gliato il Mercurio sotto le ginocchia un quarto, lo incassò nel marmo
20   e lo comesse gentilmente, facendo un paio di stivaletti a Mercurio,
    che il fine passava la commettitura, e lo allungò il bisogno; che fatto
    venire poi Michelagnolo e mòstrogli l'opera sua, di nuovo rise e si
    maravigliò che tali goffi, stretti dalla necessità, piglion di quelle reso-
    luzioni che non fanno i valenti uomini.
25   Mentre che egli faceva finire la sepoltura di Giulio Secondo, fece a
    uno squadratore di marmi condurre un termine per porlo nella se-
    poltura di S. Piero in Vincola, con dire: «Lieva oggi questo, e spia-
    na qui, pulisci qua»; di maniera che, senza che colui se n'avedessi, gli
    fe' fare una figura. Per che, finita, colui maravigliosamente la guar-
30   dava; disse Michelagnolo: «Che te ne pare ?» «Parmi bene,» rispose
    colui, «e v'ho grande obligo». «Perché ?», soggiunse Michelagnolo.
    «Perché io ho ritrovato per mezzo vostro una virtù che io non sapeva
    d'averla».
    Ma, per abreviare, dico che la complessione di questo uomo fu mol-
35   to sana, perché era asciutta e bene annodata di nerbi; e se bene fu da
    fanciullo cagionevole e da uomo ebbe dua malattie d'importanza, so-
    portò sempre ogni fatica e non ebbe difetto; salvo nella sua vecchiezza
    patì dello orinare e di renella, che s'era finalmente convertita in pie-
    tra; onde per le mani di maestro Realdo Colombo, suo amicissimo, si
40   siringò molti anni e lo curò diligentemente. Fu di statura mediocre,
- pagina 121 -
pagina precedentepagina successiva