Volume 6

Edizione Giuntina
    Serviva un principe, che ogni dì variava disegni né stava fermo;
    disse Michelagnolo a uno amico suo: «Questo signore ha un cervello
    come una bandiera di campanile, che ogni vento che vi dà drento la fa
    girare». Andò a vedere una opera di scultura che doveva mettersi
5   fuora perché era finita, e si affaticava lo scultore assai in acconciare i
    lumi delle finestre, perch'ella mostrassi bene; dove Michelagnolo gli
    disse: «Non ti affaticare, ché l'importanza sarà il lume della piazza»,
    volendo inferire che, come le cose sono in publico, il populo fa giu-
    dizio s'elle sono buone o cattive.
10   Era un gran principe che aveva capriccio in Roma d'architetto et
    aveva fatto fare certe nicchie per mettervi figure, che erano l'una 3
    quadri alte, con uno anello in cima, e vi provò a mettere dentro statue
    diverse che non vi tornavano bene. Dimandò Michelagnolo quel che
    vi potessi mettere; rispose: «De' mazzi d'anguille appiccate a quello
15   anello». Fu assunto al governo della fabrica di San Piero un signore
    che faceva professione d'intendere Vitruvio e d'essere censore delle
    cose fatte. Fu detto a Michelagnolo: «Voi avete avuto uno alla fab-
    brica, che ha un grande ingegno»; rispose Michelagnolo: «Gli è vero,
    ma gli ha cattivo giudizio».
20   Aveva un pittore fatto una storia et aveva cavato di diversi luoghi,
    di carte e di pitture, molte cose, né era in su quella opera niente che
    non fussi cavato; e fu mostro a Michelagnolo, che, veduta, gli fu di-
    mandato da un suo amicissimo quel che gli pareva; rispose: «Bene
    ha fatto, ma io non so al dì del giudizio, che tutti i corpi piglieranno
25   le lor membra, come farà quella storia, che non ci rimarrà niente»:
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Edizione Torrentiniana
    Però, come nel principio dissi, il Cielo per essempio nella vita, ne' co-
    stumi e nelle opere l'ha qua giù mandato, acciò che quegli che risguardano
    in lui possiano, imitandolo, accostarsi per fama alla eternità del nome, e
    per l'opere e per lo studio alla natura, e per la virtù al cielo, nel medesi-
30   mo modo che egli alla natura e al cielo ha di continuo fatto onore. E non
    si maravigli alcuno che io abbia qui descritta la Vita di Michelagnolo vi-
    vendo egli ancora; perché, non si aspettando che e' debbia morir già mai,
    mi è parso conveniente far questo poco ad onore di lui, che quando bene,
    come tutti gli altri uomini, abbandoni il corpo, non si troverrà però mai
35   alla morte delle immortalissime opere sue. La fama delle quali, mentre
    ch'e' dura il mondo, viverà sempre gloriosissima per le bocche degli uomi-
    ni e per le penne degli scrittori, mal grado della invidia et al dispetto
    della morte.
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