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«E che te ne pare?». «Parmi bene», rispose colui, «e v'ho grande obligo». |
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«Perché?», soggiunse Michele Agnolo. «Perché io ho ritrovato per mez[z]o |
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vostro una virtù che io non sapeva d'averla». Un suo amico raccomandò a |
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Michele Agnolo un altro pur suo amico, che aveva fatto una statua, pre- |
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gandolo che gli facesse dare qualcosa più: il che amorevolmente fece; ma |
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l'invidia dello amico, che richiese Michele Agnolo credendo che non lo |
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dovesse fare, veggendo che pure l'avea fatto, se ne dolse: e tal cosa fu |
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detta a Michele Agnolo; onde rispose che gli dispiacevano gli uomini fo- |
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gnati, stando nella metafora della architettura, intendendo che con que- |
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gli c'hanno due bocche mal si può praticare. |
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Domandato da uno amico suo quel che gli paresse d'uno che aveva |
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contrafatto di marmo figure antiche de le più celebrate, vantandosi |
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lo imitatore che di gran lunga aveva superato gli antichi, rispose: «Chi |
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va dietro altrui, mai non gli passa inanzi». Aveva non so chi pittore fatto |
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una opera, dove era un bue che stava meglio de l'altre cose; fu doman- |
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dato perché il pittore aveva fatto più vivo quello che l'altre cose; disse: |
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«Ogni pittore ritrae sé medesimo bene». Passando da San Giovanni di |
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Fiorenza,gli fu domandato il suo parere di quelle porte, et egli rispose: |
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«Elle sono tanto belle che starebbono bene alle porte del Paradiso». |