Volume 6

Edizione Giuntina
    non però s'è visto mai esser corso alla vendetta, ma sì bene più tosto
    pazientissimo, et in tutti i costumi modesto, e nel parlare molto
    prudente e savio, con risposte piene di gravità et alle volte con motti
    ingegnosi, piacevoli et acuti. Ha detto molte cose che sono state da
5   noi notate, delle quali ne metteremo alcune, perché sarìa lungo a de-
    scriverle tutte.
    Essendogli ragionato della morte da un suo amico, dicendogli che
    doveva assai dolergli, sendo stato in continove fatiche per le cose
    dell'arte né mai avuto ristoro, rispose che tutto era nulla, perché,
10   se la vita ci piace, essendo anco la morte di mano d'un medesimo
    Maestro, quella non ci doverebbe dispiacere. A un cittadino che lo
    trovò da Orsanmichele in Fiorenza, che s'era fermato a riguardare la
    statua del San Marco di Donato e lo domandò quel che di quella fi-
    gura gli paresse, Michelagnolo rispose che non vedde mai figura che
15   avessi più aria di uomo da bene di quella, e che, se San Marco era tale,
    se gli poteva credere ciò che aveva scritto. Essendogli mostro un dise-
    gno e raccomandato un fanciullo che allora imparava a disegnare, scusandolo
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Edizione Torrentiniana
    egli nato di nobilissimi cittadini, ha mantenuto il grado e mostro il
    sapere di maraviglioso artefice.
20   Dopo tante sue fatiche, già alla età di LXXIII anni s'è condotto; e di
    continuo sino al presente con bellissime e savie risposte s'ha fatto conoscere
    com'uom prudente; e stato nel suo dire molto coperto et ambiguo, avendo
    le cose sue quasi due sensi; et usato di dire sempre che le poche pratiche
    fanno vivere l'uomo in pace: benché ciò in questo ultimo possa egli male
25   osservare, attesoché la morte di Anton da San Gallo gli ha fatto pigliar
    la cura della fabrica di Farnese del palazzo di Campo di Fiore e di quella
    di San Pietro.
    Essendogli ragionato de la morte da un suo amico, dicendogli che do-
    veva assai dolergli, sendo stato in continue fatiche per le cose dell'arte né
30   mai avuto ristoro, rispose che tutto era nulla, perché, se la vita ci piace,
    essendo anco la morte di mano d'un medesimo Maestro, quella non ci do-
    vrebbe dispiacere. A un cittadino che lo trovò a Orto San Michele in
    Fiorenza, che s'era fermato a riguardare la statua del San Marco di Do-
    nato e lo domandò quel che di quella figura gli paresse, Michele Agnolo
35   rispose che non vide mai figura che avesse più aria di uomo da bene di
    quella e che, se San Marco era tale, si gli poteva credere ciò che aveva
    scritto. Gli fu mostro un disegno e raccomandato un fanciullo che allora
    imparava a disegnare; scusandolo alcuni che egli era poco tempo che s'era
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