Volume 6

Edizione Giuntina
    si ricordava di tutto quello che aveva fatto. Nella sua gioventù,
    sendo con gli amici sua pittori, giucorno una cena a chi faceva una
    figura che non avessi niente di disegno, che fussi goffa, simile a que'
    fantocci che fanno coloro che non sanno et imbrattano le mura. Qui
5   si valse della memoria, perché ricordatosi aver visto in un muro una
    di queste gofferie, la fece come se l'avessi avuta dinanzi di tutto pun-
    to, e superò tutti que' pittori: cosa dificile in uno uomo tanto pieno
    di disegno, avvezzo a cose scelte, che ne potessi uscir netto.
    È stato sdegnoso, e giustamente, verso di chi gli ha fatto ingiuria;
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Edizione Torrentiniana
10   non s'ha curato d'avergli intorno. S'è ancora curato molto poco avere per
    casa artefici del mestiero; e tuttavia in quel c'ha potuto ha giovato ad
    ognuno. Truovasi che non ha mai biasmato l'opere altrui, se egli prima
    non è stato o morso o percosso. Ha fatto per prìncipi e privati molti di-
    segni d'architettura, come nella chiesa di Santa Appollonia di Fio-
15   renze, per avervi monaca una nipote, e così il disegno del Campidoglio; et
    a Luigi del Riccio suo domestico la sepoltura di Cecchino Bracci, e quella
    di Zanobi Montaguto disegnò egli, perché Urbino le facesse. Garzoni po-
    chi del mestiero ha tenuti: solo tenne un Pietro Urbano pistolese et Anto-
    nio Mini fiorentino, la partita del quale molto gli dolse, quando per ca-
20   priccio se n'andò in Francia; tuttavia remunerò molto i suoi servigi, do-
    nandogli que' disegni ch'io dissi di sopra, e la Leda che aveva dipinta, la
    quale è oggi appresso il Re di Francia, e due casse di modegli lavorati di
    cera e di terra, i quali si smarrirono nella morte di lui in Francia. Prese
    in ultimo uno urbinate, il quale del continuo l'ha servito e governato; e sì
25   da quello s'è trovato secondo l'animo suo sodisfatto, ch'è poco tempo
    ch'egli ammalando, disse questo patire perché, giorno e notte governan-
    dolo, non lo aveva abbandonato mai; e per essere egli vecchio, fu questo
    dispiacere per terminargli la vita, nascendo questo da cordiale amore e da
    rispetto dell'obligo che gli pareva avere. Certamente si può far giudizio
30   che di bontà d'animo, di prudenzia e di sapere nello esercizio suo non
    l'abbia mai passato nessuno. E coloro tutti che a fantasticheria et a stra-
    nezza gli hanno attribuito l'allontanarsi da le pratiche, debbono scusarlo,
    perché veramente si può dire che chi interamente vuole operare di perfez-
    zione in tal mestiero è sforzato quelle fuggire, perché la virtù vuol pen-
35   samento, solitudine e comodità, e non errare con la mente e disviarsi nelle
    pratiche. Così egli non ha mancato a sé medesimo et ha giovato grande-
    mente, con lo affaticarsi, a tutti gli artefici; e di onorati vestimenti ha
    sempre la sua virtù ornato, dilettatosi di bellissimi cavalli, perché, essendo
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