Volume 6

Edizione Giuntina
    Ma veniamo ai danari guadagnati col suo sudore, non con
    entrate, non con cambi, ma con lo studio e fatica sua: se si può chia-
    mare avaro chi soveniva molti poveri, come faceva egli, e maritava
    segretamente buon numero di fanciulle, et arricchiva chi lo aiutava
5   nell'opere e chi lo servì, come Urbino suo servidore, che lo fece ric-
    chissimo, et era suo creato, che l'aveva servito molto tempo, e gli
    disse: «Se io mi muoio, che farai tu?». Rispose: «Servirò un altro».
    «O[h] povero a te,» gli disse Michelagnolo, «io vo' riparare alla tua
    miseria»; e gli donò scudi dumila in una volta, cosa che è solita da
10   farsi per i Cesari e ' Pontefici grandi. Senzaché al nipote ha dato per
    volta tre e quattro mila scudi, e nel fine gli ha lassato scudi 10000,
    senza le cose di Roma.
    È stato Michelagnolo di una tenace e profonda memoria, che nel
    vedere le cose altrui una sol volta l'ha ritenute sì fattamente e servi-
15   tosene in una maniera che nessuno se n'è mai quasi accorto; né ha
    mai fatto cosa nessuna delle sue che riscontri l'una con l'altra, perché
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Edizione Torrentiniana
    Ma per tornare all'opera della Cappella, finito ch'egli ebbe il Giudi-
    cio, gli donò il Papa il porto del Po di Piacenza, il quale gli dà
    d'entrata DC scudi l'anno, oltre alle sue provisioni ordinarie. E finita
20   questa, gli fu fatta allogazione d'un'altra cappella, dove starà il Sacra-
    mento, detta la Paulina, nella quale dipigne due storie, una di San Pietro,
    l'altra di San Paulo: l'una dove Cristo dà le chiavi a Pietro, l'altra la
    terribile Conversione di Paulo. In questo medesimo tempo egli cercò di
    dar fine a quella parte che della sepoltura di Giulio Secondo aveva in
25   essere et in San Pietro in Vincola in Roma fece murare, non spendendo
    mai il tempo in altro che in esercizio dell'arte, né giorno né notte; et egli
    s'è di continuo visto pronto agli studi, et il suo andar solo mostra come
    egli ha l'animo carico di pensieri. Così egli in breve tempo due figure di
    marmo finì, le quali in detta sepoltura pose, che mettono il Moisè in
30   mez[z]o. È bozzato ancora in casa sua quattro figure in un marmo, nelle
    quali è un Cristo deposto di croce; la quale opera può pensarsi che, se da
    lui finita al mondo restasse, ogni altra opra sua da quella superata sareb-
    be per la difficultà del cavar di quel sasso tante cose perfette.
    Nelle azzioni di Michele Agnolo s'è sempre veduto religione, e, in que-
35   sto ultimo esemplo mirabile, ha fuggito il commerzio della corte quanto
    ha potuto e solo domestichezza tenuto con quegli che o per le sue faccende
    hanno avuto bisogno di lui, o per termini di virtù veduti in loro è stato
    astretto amarli. A' parenti suoi ha sempre pòrto aiuto onestamente, ma
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