Volume 6

Edizione Giuntina
    l'uscio». Dissemi che molte volte nella sua gioventù dormiva vestito,
    come quello che, stracco dal lavoro, non curava di spogliarsi per aver
    poi a rivestirsi. Sono alcuni che l'hanno tassato essere avaro; questi
    s'ingannano, perché sì delle cose dell'arte come delle facultà ha mo-
5   stro il contrario.
    Delle cose dell'arte si vede aver donato, come s'è detto, e a messer
    Tommaso de' Cavalieri, a messer Bindo et a fra' Bastiano disegni che
    valevano assai; ma a Antonio Mini suo creato tutti i disegni, tutti i
    cartoni, il quadro della Leda, tutti i suoi modegli e di cera e di terra
10   che fece mai, che, come s'è detto, rimasono tutti in Francia; a Ghe-
    rardo Perini, gentiluomo fiorentino suo amicissimo, in tre carte al-
    cune teste di matita nera divine, le quali sono dopo la morte di lui
    venute in mano dello illustrissimo don Francesco principe di Fioren-
    za, che le tiene per gioie, come le sono. A Bartolomeo Bettini fece e
15   donò un cartone d'una Venere con Cupido che la bacia, che è cosa
    divina, oggi appresso agli eredi in Fiorenza; e per il marchese del
    Vasto fece un cartone d'un Noli me tangere, cosa rara, che l'uno e l'al-
    tro dipinse eccellentemente il Puntormo, come s'è detto. Donò i duoi
    Prigioni al signor Ruberto Strozzi, et a Antonio suo servitore et a
20   Francesco Bandini la Pietà ch'e' roppe, di marmo. Né so quel che si
    possa tassar d'avarizia questo uomo, avendo donato tante cose che se
    ne sarebbe cavato migliaia di scudi. Che si può egli dire, se non che io
    so, che mi ci son trovato, che ha fatto più disegni e ito a vedere più
    pitture e più muraglie, né mai ha voluto niente ?
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Edizione Torrentiniana
25   Sonsi veduti di suo in più tempi bellissimi disegni, come già a Gherardo
    Perini amico suo, et al presente a messer Tommaso de' Cavalieri romano,
    che ne ha degli stupendi, fra i quali è un Ratto di Ganimede, un Tizio et
    una Baccanaria, che col fiato non si farebbe più d'unione. Vegghinsi i
    suoi cartoni, i quali non hanno avuto pari: come ancora ne fanno fede
30   pezzi sparsi qua e là, e particularmente, in casa Bindo Altoviti in Fio-
    renza, uno di sua mano disegnato per la Cappella; e tutti quegli che fu-
    rono veduti in mano d'Antonio Mini suo creato, i quali portò in Francia
    insieme col quadro della Leda ch'egli fece; e quello d'una Venere, che
    donò a Bartolomeo Bettini, di carbone finitissimo, e quello d'un Noli me
35   tangere , che fu fatto per il marchese del Vasto, finiti poi co' colori da
    Iacopo da Puntormo. Ma perché vado io così di cosa in cosa vagando?
    Basta sol dire questo, che dove egli ha posto la sua divina mano, quivi
    ha risuscitato ogni cosa e datole eternissima vita.
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